Il Consiglio comunale di Reggio Calabria approva una mozione, presentata dal consigliere di Forza Italia Massimo Ripepi, a favore della famiglia naturale e, apertamente, contro gli omosessuali. E lo fa con una maggioranza composta anche dal Pd e dagli altri partiti del centrosinistra. La decisione ha scatenato una forte polemica in una città che si apprestava a istituire il registro delle unioni civili e che, oggi, si schiera contro gay e coppie di fatto. “Probabilmente è stata commessa qualche leggerezza nell’affrontare questo tema”, si difende il sindaco Giuseppe Falcomatà: “Doveva essere un ordine del giorno sulla famiglia in generale. Poi probabilmente si è andati un po’ oltre. A noi il compito di rimediare”. Dopo averlo approvato, quindi, il sindaco fa un passo indietro: “Dobbiamo rivedere questo documento. Prendiamo le distanze dalle parole di Ripepi”. Quest’ultimo però difende la sua mozione: “È stata una pagina eccezionale nella storia del Comune di Reggio Calabria. Le unioni di fatto sono il prodromo del matrimonio tra due persone dello stesso sesso. È un’invasione”. Intanto l’Arcigay di Reggio protesta: “Ci sentiamo offesi”. E c’è chi, come il segretario comunale dei Comunisti italiani Ivan Tripodi parla di “Città omofoba e transfobica. Questo è uno sfregio per i cittadini. La cosa tragicomica è che questo avviene con il voto quasi unanime del Consiglio comunale composto da 23 elementi su 32 dalla maggioranza di sedicente centrosinistra” di Lucio Musolino

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