A Livorno per la giunta di Filippo Nogarin la nomina dei manager alla guida delle società partecipate sembra ormai esser diventata una sorta di maledizione. Forse è stata anche una rivoluzione per il metodo (più trasparenza, più curriculum), ma per porre rimedio a casi di presunta incompatibilità, rifiuti dell’incarico e passi indietro l’amministrazione comunale è stata infatti spesso costretta a cambiare i propri piani. Uno dei primi provvedimenti del sindaco fu il taglio degli stipendi ai manager delle partecipate, misura che ha permesso di risparmiare 300mila euro all’anno. Dopo gli intoppi degli scorsi mesi per l’elezione del vicepresidente di Ctt-Nord (l’azienda di trasporto pubblico locale in cui è finita anche l’Atl) e del presidente di Spil (partecipata al 61% che si occupa di riqualificazione industriale e gestione di alcuni edifici pubblici), ecco la “grana” Aamps, l’azienda di rifiuti. Ha rassegnato le dimissioni dopo 7 mesi l’amministratore unico Marco Di Gennaro, ex candidato non eletto M5s alle Comunali prima di Massa e poi di Montignoso, alla Camera e alle Europee del M5s, che Nogarin definì “il nostro Steve Jobs” per difenderlo dalle polemiche sulle effettive competenze, lui che è un perito informatico.

Uno “Steve Jobs” senza “fisico bestiale”
Di Gennaro lascia per motivazioni personali. “Motivi di salute” ha chiarito Nogarin in consiglio comunale. Il sindaco ha formalizzato un provvedimento di “sospensione cautelativa” per tutelare “sia Di Gennaro che Aamps”. Il sostituto – ha specificato il sindaco – potrebbe essere scelto tra le professionalità presente in azienda. Dall’opposizione c’è anche chi ha ironizzato: “Per guidare un’azienda con i problemi di Aamps del resto ci vuole un fisico bestiale“. Quanto fosse complicato il passo indietro di Di Gennaro si era capito nei primi mesi di gestione quando l’amministratore unico fu attaccato dai lavoratori Cooplat che hanno in gestione lo spazzamento delle strade. Ma nell’azienda l’atmosfera era tutt’altro che serena. Il collegio sindacale, infatti, aveva messo a verbale una “gravissima situazione finanziaria”, la “profonda preoccupazione” per gli aspetti legati alla gestione e una “concreta ingerenza di ruoli amministrativi affatto legittima”, perché i recenti contratti non sono stati “né autorizzati né firmati dall’amministratore unico”.

Le polemiche dopo la nomina: “Non ha le competenze”
La nomina di Di Gennaro, perito informatico capotecnico originario di Massa, fece scattare la protesta delle opposizioni: “Non ha adeguate competenze” accusavano. Ci furono polemiche anche all’interno del movimento. Il consigliere comunale di Carrara Federico Bonni attaccò: “Che differenza c’è tra il Pd quando nomina in una partecipata del Comune una brava persona ma senza idonee competenze e il M5s quando nomina una brava persona ma senza idonee competenze? Nessuna”. Nogarin ha però sempre difeso la sua scelta: “Anche Steve Jobs quando ha fondato Apple non aveva un curriculum – dichiarò al Tirreno – e neanche aveva finito l’università: eppure è diventato amministratore di una delle più grandi aziende del mondo. Il curriculum non è tutto, servono anche competenza e conoscenza del settore e lui ha queste qualità”.

Ctt-Nord, stop alla nomina: presunta incompatibilità
Per il Comune non fu facile neanche far approvare la nomina del vicepresidente di Ctt-Nord, società a capitale misto composta da aziende toscane. L’indicazione del nominativo in questione, spettante proprio al Comune di Livorno in nome di Atl, non incassò subito il via libera degli altri soci a causa di una presunta incompatibilità. A luglio Nogarin propose Giuseppe Vece ma solo 3 mesi più tardi, al momento dell’assemblea societaria, il presidente di Sgtm (socio privato di Ctt-Nord) Giuseppe Gori sollevò alcuni rilievi: Vece, responsabile dell’Ufficio trasporti del circondario Empolese Valdelsa, avrebbe infatti partecipato alla fase istruttoria della gara indetta dalla Regione per la gestione del trasporto pubblico locale. La contromossa di Nogarin arrivò nel giro di una settimana: la scelta, stavolta approvata dall’assemblea, finì sul ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna Alessandro Amato, iscritto al meet-up grillino di Pisa. Nogarin sostenne comunque che lo slittamento di 70 giorni dell’assembela (da luglio a ottobre appunto) fosse dovuto “alle difficoltà del socio pisano a individuare per tempo la figura per l’incarico di presidente (poi individuata in Andrea Zavanella)”.

Spil, il rifiuto di Giani
Un altro inghippo avvenne con la nomina del presidente di Spil. L’assemblea societaria (nell’azionariato figurano anche con il 15% Monte dei Paschi di Siena e con il 14% Cassa di Risparmio di Pisa, Lucca e Livorno) di settembre aveva puntato sull’allora vicepresidente di Carife Andrea Giani. Il manager non accettò, anhce in questo caso per motivi personali. La svolta potè arrivare solo due mesi più tardi con l’investitura di Luciano Guidotti.

Goldoni, interim perpetuo
Non è neanche ancora chiaro chi sarà il nuovo direttore generale della Fondazione Goldoni, che gestisce l’unico teatro della città: lo scorso ottobre l’incarico venne infatti affidato ad interim e a “costo zero” a Paolo Demi, responsabile dell’Ufficio turismo del Comune e da tempo legato al mondo grillino. Al momento non si hanno però novità su eventuali nuovi ingressi.

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