Forse servono doti intellettuali superiori per capire gli algoritmi delle gare della Consip. Certo un cittadino normodotato fatica a comprendere la misteriosa magia per cui, gestendo la gara per la connessione Internet degli uffici pubblici, il numero uno della Consip, Domenico Casalino, si vanta di aver risparmiato 2 miliardi, anche se lo Stato potrebbe finire per spendere più di prima. Per esempio il ministero dell’Economia, azionista unico della Consip, sta scoprendo in questi giorni di essere la prima vittima della beffa: secondo stime riservate, il risultato della nuova gara “risparmiosa” sarà che i costi per la connessione triplicheranno.

Addentriamoci nel mistero. La società statale che centralizza le forniture alle pubbliche amministrazioni ha bandito la gara per il cosiddetto Spc (Sistema pubblico di connettività), cioè la fornitura di collegamenti Internet a tutti gli uffici pubblici per i prossimi sette anni. Base d’asta: 2,4 miliardi. Vincitore della gara: Tiscali, società dell’europarlamentare Pd e segretario regionale della Sardegna, Renato Soru, renziano della prima ora.

Com’è noto, Soru ha vinto la gara con un ribasso dell’89 per cento, offrendo di fornire il collegamento Internet agli uffici pubblici per sette anni per 265 milioni, circa 38 milioni all’anno. Le verifiche della Consip sulla sostenibilità economica dell’offerta stracciata hanno portato alla conclusione che a questi prezzi Soru porterebbe a casa oltre 10 milioni di profitto, cioè un paio di milioni all’anno almeno. Siccome il bando di gara riserva lotti di fornitura anche per chi segue il primo in classifica a condizione che pratichi gli stessi prezzi, Vodafone (come British Telecom che aveva fatto un’offerta inferiore) ha accettato di partecipare al prezzo di 265 milioni benché avesse offerto 1, 28 miliardi, quasi cinque volte tanto. Quindi, se Vodafone può fornire a un euro ciò che nella sua offerta iniziale aveva detto di non poter vendere per meno di cinque, significa che le grandi società di tlc in queste complicate gare d’appalto fanno un po’ il gioco delle tre carte. In realtà, è proprio il meccanismo della gara a consentire le più ardite acrobazie contabili a spese dello Stato. A rivelarlo è l’avvocato della Consip Andrea Guarino, in una memoria di pochi giorni fa per il Tar del Lazio, a cui si era rivolta Fastweb.

La gara Consip ha chiesto ai concorrenti di offrire un listino prezzi articolato in circa 500 voci del menù di offerta Tlc. Per arrivare a un’offerta unica e confrontabile, le 500 voci sono state ponderate, si è fatto cioè una sorta di paniere per dare un peso a ogni prodotto del listino; così, moltiplicando ogni singolo prezzo per la quantità indicata nel paniere, Soru è arrivato a indicare la cifra di 265 milioni. Come ha potuto tenersi così basso? Semplicemente ha offerto un forte sconto sulle voci del listino a cui Consip ha dato un notevole peso nel paniere, e ha sparato un prezzo stellare per la “banda garantita”: quasi sette volte più di quanto offerto da Fastweb, il triplo del prezzo proposto da Bt, senza effetti sulla competitività della sua offerta totale. Infatti adesso si scopre che nel bando la “banda riservata”, cioè il collegamento non condiviso con altri, incide sul paniere per il 3 per cento. Strano, perché secondo i tecnici di Fastweb e British Telecom, finora titolari della fornitura sulla base della gara di otto anni fa, la banda riservata incide almeno per il 30 per cento sui consumi delle pubbliche amministrazioni. Ed è destinata a incidere sempre di più, come secondo il piano per la “crescita digitale” varato martedì scorso dal governo Renzi: teleconferenze, telemedicina, formazione a distanza e applicazioni in banda larga che chiedono grande capacità di trasmissione di dati.

Ecco perché sia Tiscali, sia British Telecom, sia Vodafone sono sicuri di guadagnarci anche dando la connettività con uno sconto apparente dell’89 per cento. Ed ecco perché il governo Renzi spenderà almeno uno dei due miliardi che è convinto di aver risparmiato e di poter utilizzare per finanziare l’ambizioso piano per la banda larga. Scrive infatti l’avvocato Guarino: “Un concorrente può formulare un’offerta molto competitiva offrendo ribassi consistenti per quelle singole voci cui è associato un coefficiente di ponderazione elevato”, e può “ottenere un’adeguata redditività della propria offerta complessiva modulando opportunamente il prezzo delle singole voci cui è associato un coefficiente di ponderazione ridotto”. Qui anche il comune cittadino capisce che questa “redditività” si ottiene perché nella realtà la banda riservata pesa molto di più del 3 per cento, e quindi il paniere della Consip non rispecchia il vero fabbisogno di connettività di uffici, scuole e ospedali.

I tecnici di Fastweb, attuali fornitori dell’Economia, hanno calcolato che con l’attuale consumo di banda il ministero di Padoan passerà da una bolletta mensile Internet di 231mila euro a una di 695mila, cioè il triplo. Insomma, più che un risparmio, un salasso. Si stima che a fronte dei 265 milioni del prezzo di aggiudicazione la vera bolletta per la pubblica amministrazione sarà tra 1,2 e 1,3 miliardi di euro. L’ennesima storia di risparmi solo promessi: si annunciano grandi vantaggi per le casse dello Stato mentre si firmano impegni di spesa che gli elettori scopriranno solo nei prossimi sette anni.

da Il Fatto Quotidiano dell’8 marzo 2015

Articolo Precedente

Roberto Helg, nuovi indagati a Palermo. Pm: “centrale estorsiva” in aeroporto

next
Articolo Successivo

Gli orologiai, “i tre uomini che fanno girare gli ingranaggi della Repubblica”

next