Cinquanta sfumature di Tirreno-Adriatico non basterebbero per raccontare 50 edizioni, con la prossima, della ‘corsa dei due mari’. La prima, che sfumatura proprio non è, la annovera fra le pochissime corse al mondo che sfuggirono a Eddy Merckx. Il ‘cannibale’ arrivò secondo nel 1976 alle spalle del connazionale Roger De Vlaeminck che, al contrario, è primatista di successi (6 consecutivi dal ’72 al ’77). La curiosità dell’assenza di trionfi del belga in una corsa, da sempre considerata ‘di preparazione’ alla Sanremo (Merckx ne ha vinte 7) si risolve con la concomitanza con l’altra breve corsa a tappe che in pratica apre la stagione.

La Parigi-Nizza, giunta alla 72ª edizione, al di là delle Alpi ha lo stesso obiettivo della Tirreno: far ultimare la preparazione ai corridori che hanno bisogno di ‘provarsi’ su chilometraggi e altimetrie da grandi Giri e con avversari al top. Le due corse hanno attraversato i decenni con alterne fasi di prestigio, quello di riflesso dato dai partecipanti che optavano per una o per l’altra. Volendo essere ‘imparziale’ la corsa italiana, negli ultimi anni sembra aver preso il sopravvento sulla ‘cugina’ francese.

Prima della defezione di Chris Froome, al via dal Lido di Camaiore di mercoledì 11 marzo, ci sarebbero stati i quattro corridori da corse a tappe più forti del momento. Contador, Nibali e Quintana ci saranno ancora e questo già è sinonimo di spettacolo assicurato. Se a questi ci aggiungiamo ‘seconde linee’ come Joaquim Rodríguez, Rigoberto Uran, Gesink, Ryder Hesjedal, Pinot e Rolland si capisce che sull’arrivo del Terminillo, alla 5ª tappa ci saranno scintille. Tuoni e fulmini, purtroppo veri e le gravi conseguenze dell’emergenza meteo che nei giorni ha flagellato la Versilia hanno determinato anche la modifica della tappa inaugurale. La cronosquadre di 22,7 chilometri è stata sostituita con una crono individuale di 5,4.

Un minimo vantaggio, sulla carta, potrà averlo Alberto Contador che è già in buona forma e per replicare il successo del 2014 potrà incamerare qualche secondo su Nibali e Quintana in attesa dell’ascesa del Terminillo e, nel caso, guadagnarne ancora nei 10 chilometri della crono finale di San Benedetto del Tronto. Per il resto spazio alle ruote veloci come quelle di Cavendish, Sagan, Ciolek, Boasson Hagen, Farrar, Goss (gli ultimi 4 tutti nella stessa squadra, la Mtn Qhubeka) che beneficeranno dell’altra grande defezione, quella di Marcel Kittel.

I mille chilometri corsi fra i due mari riserveranno, come sempre sorprese e colpi di mano, gente come Cancellara, Stybar, Van Avermaet, Vanmarcke o Stannard non resteranno a guardare. A guardare ‘la corsa dei due mari’ ci saranno gli appassionati, pronti a cogliere le sfumature che le pedalate dei corridori suggeriscono a ogni sprint, ogni scatto. Un dettaglio potrà farci capire che stagione sarà. Contador e Quintana che puntano al Giro saranno certamente più avanti di Vincenzo Nibali che dovrà aspettare il Tour per essere al massimo della condizione. Lo scettro di Nettuno, il trofeo riservato al vincitore, aspetta il suo ‘dio’.

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