“I test di Medicina sono salvi”. Stefania Giannini ha annunciato che il ministero dell’Istruzione ha trovato una soluzione e non sarà necessario ripetere le prove per l’accesso alle scuole di specializzazione. Ma la decisione non è stata accolta con favore dall’universo degli aspiranti medici, diviso fra chi avrebbe preferito la ripetizione degli esami, e chi chiede l’ammissione per tutti i partecipanti. Il futuro continua ad essere incerto a causa della pioggia di ricorsi che potrebbe travolgere il concorso. Per questo mercoledì 5 novembre davanti al Ministero, nel piazzale di viale Trastevere a Roma, specializzandi e aspiranti tali da tutta Italia si riuniranno per manifestare contro gli ultimi avvenimenti e chiedere garanzie sul futuro”.

Dopo il comunicato che ammetteva la clamorosa svista del Cineca, su Facebook è nato un gruppo di protesta spontanea. La pagina, intitolata “Medici – 12mila borse – Dimissioni Giannini”, in pochi giorni ha raggiunto oltre 8mila seguaci, a dimostrazione di quanto l’errore abbia gettato nel panico gli specializzandi (in fieri) di tutta Italia. “Quanto accaduto è gravissimo, probabilmente senza rimedio, perché espone l’intero concorso ad una serie di ricorsi di facile vittoria”, spiega Donato Pinto, uno dei promotori del gruppo. Gli fa eco Diego De Angelis, vicepresidente di Medici informazione: “Abbiamo già sentito diversi legali: a nostro parere il Miur sta creando ulteriori problemi, invece di risolverli”.

Dopo una riunione con la Commissione nazionale e l’Avvocatura dello Stato, il ministro Giannini ha deciso di ratificare i test, nonostante fossero stati invertiti i quesiti per la prova di Area Medica (svolta il 29 ottobre) e quella di Servizi clinici (del 31 ottobre): 28 domande su 30 sono state considerate “comunque valide ai fini della selezione”, le altre due verranno neutralizzate e in base ai nuovi punteggi saranno stilate le graduatorie. “Bisognerà spiegare con chiarezza cosa s’intende per neutralizzazione, come sono stati individuati questi due quesiti, quali sono i risultati delle vecchie e delle nuove graduatorie”, avvisa Mattia Kolletzek, del Movimento italiano specializzandi. “Senza assoluta trasparenza non riusciremo ad uscire da questa situazione”. “Visto il disastro, comunque, probabilmente sarebbe stato meglio ripetere le prove”, aggiunge.

Adesso, infatti, si aprono diversi scenari per il concorso, nessuno dei quali particolarmente sereno. La ripetizione degli esami (inizialmente prevista per il 7 novembre) avrebbe comunque falsato i test e prestato il fianco ad azioni legali, ma almeno avrebbe rimesso tutti i candidati nelle stesse condizioni, e soprattutto avrebbe restituito al concorso le domande corrette. Probabilmente sono state le difficoltà pratiche di mettere in piedi nuovi test (e il timore di spese supplementari e di un maxi-risarcimento danni) a portare il Ministero a fare marcia indietro. Ma è davvero possibile convalidare una prova dopo aver ammesso di aver scambiato i quesiti? Per il Miur sì, per i candidati molto meno. “È una follia sostenere che i quiz fossero intercambiabili, sono gli stessi verbali del Cineca a dire il contrario”, afferma Donato Pinto. È praticamente certo, dunque, che le nuove graduatorie saranno bersagliate di ricorsi da tutti i non ammessi.

Una class action è già stata preparata dal Codacons, che in un primo momento aveva pronto un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale. Adesso chiederà l’ammissione per tutti i 12mila partecipanti: “Abbiamo due obiettivi – spiega Rosalba Di Placio, responsabile scuola dell’associazione –: ottenere giustizia per i candidati, e far cadere qualche testa al Ministero. Le dimissioni del presidente del Cineca non sono sufficienti”. Stesso scopo anche della protesta su Facebook: “A noi l’unica soluzione per salvare il concorso sembra quella di far entrare tutti, altrimenti ci sarà sempre qualcuno pronto a fare un ricorso legittimo”. Una “sanatoria” che però solleva anche obiezioni: “Comunque servono delle graduatorie per regolare l’iscrizione dei candidati ai vari indirizzi”, afferma De Angelis di Medici informazione. D’accordo anche Walter Mazzucco, presidente del Segretariato italiano giovani medici (Sigm): “Ammettere tutti in maniera indiscriminata sarebbe impraticabile, oltre che poco serio. La nostra proposta è quella di tutelare i meritevoli: si trovino i soldi per far entrare nelle scuole tutti quelli che sono risultati vincitori in almeno una delle due graduatorie, prima e dopo la neutralizzazione delle domande”.

Comunque vada, si tratta di un problema enorme per il ministero. Da ogni punto di vista, funzionale ed economico. Se il concorso dovesse arenarsi in tribunale, tanti ospedali dove gli specializzandi svolgono un ruolo fondamentale rischierebbero il collasso. Viceversa, c’è anche una programmazione ministeriale da rispettare: l’ammissione in sovrannumero affollerebbe i reparti, erano solo 5mila i posti in palio a fronte di 12mila partecipanti . E costerebbe molto allo Stato in un momento in cui le risorse sono già ridotte all’osso, visto che uno specializzando viene retribuito circa 26mila lordi l’anno: per aprire le porte delle scuole ci vorrebbero circa 156 milioni di euro in più all’anno. Tutto per un clamoroso errore tecnico, che il Ministero rischia di pagare a carissimo prezzo.

Twitter: @lVendemiale

Riceviamo e pubblichino la precisazione di Walter Mazzucco:

Tengo a precisare che le dichiarazioni attribuitemi non solo sono state parzialmente riportate, ma, ad avviso dello scrivente, sono state caricate di un significato distorto. Questa la mia risposta completa: “Il MIUR ed il Governo si facciano carico di stanziare nel primo provvedimento di spesa utile le risorse aggiuntive necessarie a sanare le posizioni di tutti gli studenti meritevoli (vincitori sia con che senza le domande annullate dell’area medica e dell’area dei servizi clinici), al pari di quanto già avvenuto in occasione della vicenda del “bonus maturità”, nonchè delle migliaia di candidati vittime dei danni conseguenti ai disservizi connessi alla non ottimale gestione del concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione.”

aggiornato dalla redazione web il 5 novembre 2014

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