Arriva la ronda social contro la criminalità: il gruppo Facebook “Sicurezza per L’Aquila e dintorni”, sottotitolo “Segnaliamo in tempo reale auto e persone sospette e furti”. Il territorio interessato è quello del comprensorio aquilano. Nel gruppo facebook privato (da venerdì sera è segreto) vengono postate le immagini di auto “ambigue”, magari perché già protagoniste in passato di episodi fuorilegge; si pubblicano articoli giornalistici allarmistici di furti e rapine e truffe in zona; si propongono tutorial per l’autodifesa domestica e “codici degli scassinatori”; ci si scambia app per controllare i numeri di targhe sospette e per vedere se appartengono ad auto rubate; si discute dei limiti della privacy e dell’integrazione con le forze dell’ordine. Che a sei anni dal terremoto possono schierare poche pattuglie in un territorio considerevole come quello del cosiddetto “cratere sismico”, soprattutto di notte.

La coperta del pronto intervento di polizia e carabinieri appare quindi troppo corta ai membri di questa comunità virtuale, per insufficienza di uomini e mezzi. “Il gruppo facebook è nato da una mia idea poco più di una settimana fa – spiega a ilfattoquotidiano.it Giampiero Angelone, ideatore del progetto – un mio amico ha subito un furto di motoseghe nella propria rivendita, per un danno di circa 10mila euro e lì è scattata la molla. Avevamo dei filmati che ritraevano l’auto usata per la rapina, e ho pensato che il modo più veloce di condividere tali fotogrammi fosse proprio Facebook. E così ho creato il gruppo, che in pochi giorni è già arrivato a un migliaio di componenti”. Qual è il vostro intento? “Vogliamo creare un canale di collegamento per comunicarci in tempo reale tutti i movimenti anomali, di cose e gente, per segnalarli alle forze dell’ordine. Non vogliamo affatto sostituirci loro, ma aiutarli. Perché noi siamo in tanti, loro pochi – il pensiero di Angelone – Ho anche creato un gruppo whatsapp di cui fanno parte tutti gli abitanti del mio paese alle porte dell’Aquila, Scoppito. Anche questa idea sta riscuotendo un grande successo”. Ci sono già stati effetti concreti del vostro operare, in questi pochi giorni? “Sì. Ora i malfattori sanno di essere più controllati”.

Gli iscritti al gruppo affermano di rimpiangere “una bellissima e tranquillissima cittadina chiamata L’Aquila, dove si poteva lasciare le chiavi in macchina o al portoncino di casa”. Ma dopo il terremoto la situazione è cambiata. E così, sulla pagina facebook, c’è chi se la prende con Schengen e chi con le leggi troppo lassiste; chi invita a farsi giustizia da soli e chi punta l’indice sull’immigrazione. Molti cominciano a presidiare una determinata zona più o meno “pericolosa”. Fai-da-te. I membri si scambiano anche i numeri di telefono, per dare più rapidità e incisività all’azione collettiva di prevenzione e sicurezza. I dati però suggeriscono che la sicurezza reale sia diversa dalla sicurezza percepita. Secondo i dati diffusi dalla questura, infatti, i furti all’Aquila sono in discesa. In città si è passati da 1.317 nel 2013 a 1.254 nel 2014; flessione anche nella provincia, da 4.196 a 3.666. E quanto alle rapine, queste sono scese dalle 15 del 2013 alle 12 del 2014, se consideriamo solo il capoluogo (e sono cresciute da 59 a 71 nell’hinterland). Nessuna impennata della criminalità, comunque.

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