“Buongiorno generale, sono del Fatto Quotidiano: ho letto il suo annuncio sul giornale e vorrei sapere quanto ci costerebbe mettere il logo della nostra testata sulle Frecce Tricolori?”. Non è uno scherzo. Dopo le aziende che pagano il gasolio per la portaerei Cavour, anche l’Aeronautica decide di lanciare una colletta, stavolta per far volare le Frecce Tricolori. E per raccogliere soldi pubblica un annuncio a tutta pagina sul Sole24Ore, con tanto di numero cellulare di un generale. L’insolita iniziativa, rivolta ad aziende e istituzioni, è stata lanciata per finanziare la manifestazione aera che a inizio settembre celebrerà il 55° anniversario della pattuglia acrobatica nazionale presso la loro ‘casa’: l’aeroporto friulano di Rivolto.

Non è uno scherzo l’annuncio, e nemmeno la risposta del generale di brigata aerea Roberto Di Marco, che risponde al cellulare. “Una sponsorizzazione del Fatto Quotidiano? Assolutamente sì, ogni contributo è ben accetto purché compatibile con lo spirito dell’evento, anche se non penso che sarà possibile mettere loghi aziendali o di altro genere sugli aerei”. Peccato: niente strillone del Fatto sulla coda degli Aermacchi azzurri, né copie del giornale lanciate dal cielo tra un’acrobazia e l’altra. “Agli sponsor offriremo stand all’interno dell’aeroporto che ospiterà la manifestazione e l’utilizzo del marchio delle Frecce. Lo scopo di questa iniziativa è fare sistema paese”. Torna la formula magica del ‘sistema paese’, utilizzata anche per il tour internazionale della portaerei Cavour, sponsorizzato dalle aziende del ‘Made in Italy’ bellico e non solo.

Slogan a parte, le ragioni economiche dell’iniziativa sono innegabili. Anche per il generale Di Marco, nonostante le sue precisazioni: “Se il messaggio che è passato con questa iniziativa è che non abbiamo più soldi per far volare le Frecce mi spiace, perché non è così: il nostro scopo è solo quello di organizzare al meglio un evento che si svolgerebbe comunque. Dopodiché non ci possiamo nascondere dietro un dito: esiste chiaramente un problema di risorse per la Difesa”. Esiste e sempre più esisterà, soprattutto se la Difesa continuerà a spendere miliardi di euro per comprare aerei, navi e carri armati senza poi avere i soldi per farli funzionare, per pagare carburante, manutenzione e addestramento del personale. Il prossimo annuncio sul giornale, di questo passo, potrebbe essere: “AAA, cercasi sponsor per pagare gasolio F35. Chiamare Roberta, ore pasti”.

Articolo Precedente

L’Aquila, i cittadini organizzano le “ronde” per la sicurezza su Facebook

next
Articolo Successivo

Como, prete dopo la messa: “Ideologia gender è più pericolosa dell’Isis”

next