A proposito del modo di intendere la responsabilità civile dei magistrati si rivela molto istruttiva una capatina nei siti web dei governi democratici di due Paesi europei, una vecchia democrazia e una giovane, che, pur facendo parte della stessa Unione, non sembrano impegnate a difendere gli stessi principi. Vediamo di confrontare quanto comunicano al loro pubblico sull’argomento che è stato oggetto della recente legge italiana che attende solo la firma del Presidente della Repubblica.

Cominciamo dalla vecchia democrazia, il Regno Unito 

– Responsabilità dei magistrati e indipendenza

Questa sezione del sito si prefigge lo scopo di spiegare l’importanza dell’indipendenza della magistratura e le conseguenze di questa indipendenza sul concetto di responsabilità dei magistrati. Siamo tutti abituati ad apprendere da giornali e tv che un certo ministro di un certo governo è stato costretto a dimettersi o è stato messo da parte a causa di comportamenti ritenuti inappropriati o per incompetenza nello svolgimento dei suoi compiti. Capita anche di leggere molti titoli in cui si critica un giudice, per esempio per aver emesso una sentenza troppo lieve, ma difficilmente troverete un titolo che annuncia che il giudice in questione ha dato le dimissioni o è stato allontanato a causa di queste critiche. 

Molti si chiederanno perché non vengano presi dei provvedimenti per licenziare questi magistrati o per costringerli a dimettersi. Perché sembra che giudici e magistrati non portino alcuna responsabilità a fronte delle critiche che vengono loro mosse? Com’è che il modo in cui vengono trattati sembra diverso rispetto al trattamento riservato a molti altri soggetti, dai ministri del Governo e dai funzionari pubblici ai dirigenti e agli impiegati di una società privata?

La verità è che la magistratura è responsabile, ma in un modo diverso. La ragione di questa diversità è un aspetto fondamentale della nostra costituzione che va proprio al cuore della nostra democrazia. La diversità deriva dalla necessità che i giudici, nel momento in cui esercitano le funzioni giudiziarie, siano imparziali e indipendenti dal governo centrale e locale, dalle pressioni dei media e delle grandi società e dai gruppi di pressione. Questa necessità si riflette anche nelle costituzioni di tutti i paesi democratici. 

Ma un po’ meno, verrebbe da dire, nei siti dei loro governi. Vedi il sito della giovane democrazia, l’Italia, e l’ambiguità della formula “corretto funzionamento” che non pare promettere niente di buono:

“Un corretto funzionamento della responsabilità civile dei magistrati costituisce un fondamentale strumento per la tutela dei cittadini ed un necessario corollario all’indipendenza ed all’autonomia della magistratura”.

 

Torniamo alla vecchia democrazia:

E’ di vitale importanza per una democrazia che i singoli giudici e la magistratura nel suo insieme siano imparziali e indipendenti da tutte le pressioni esterne e l’uno dall’altro, in modo che chi compare davanti a loro e il resto del pubblico possano confidare nel fatto che i loro casi saranno trattati e decisi equamente e secondo la legge. 

Quando i magistrati assolvono la funzione giudiziaria devono essere liberi da ogni influenza impropria. Tale influenza potrebbe arrivare da un numero imprecisato di fonti. Potrebbe venire da improprie pressioni del potere esecutivo o legislativo, dalle parti in causa, da particolari gruppi di pressione, dai media, dall’interesse personale o da altri giudici, in particolare dai più alti in grado. E’ di vitale importanza che ogni giudice possa decidere solo in base alle fonti di prova presentate in tribunale dalle parti e secondo la legge. Solo i fatti rilevanti e la legge devono costituire la base per la decisione di un giudice. Solo in questo modo i giudici possono assolvere alla loro responsabilità costituzionale di rendere giustizia con equità e imparzialità.

Tuttavia, mentre una magistratura indipendente ed imparziale costituisce una delle pietre angolari di una democrazia, le modalità concrete grazie alle quali si ottengono le condizioni che danno luogo a questo effetto sono spesso viste con sospetto. Per esempio, i giudici godono di immunità e non possono essere perseguiti per alcun atto compiuto nell’esercizio della funzione giudiziaria. Inoltre non possono essere citati in giudizio per l’eventuale contenuto diffamatorio dei commenti sulle parti o sui testimoni pronunciati in corso di udienza.

Queste regole hanno indotto alcuni ad asserire che i giudici, in qualche modo, sono “al di sopra della legge”. Ma non è così: i giudici sono soggetti alla legge come ogni altro cittadino. Però, quando esercitano le loro funzioni, devono essere liberi da qualsiasi interferenza: le parti, lo Stato, i media, o singoli individui o entità particolarmente potenti, come le grandi aziende e società. Solo i fatti e la legge devono contare nella decisione. E’ necessario capire l’importanza dell’indipendenza della magistratura per la vita della democrazia e l’effetto che produce sul concetto della responsabilità dei magistrati.

Purtroppo, questo effetto, nella giovane democrazia, forse non l’hanno ancora capito e quindi annunciano che hanno deciso “d’intervenire”:

“Il meccanismo previsto dalla legge Vassalli adottato in esito al referendum abrogativo del 1987 ha funzionato in modo assolutamente limitato. La legge, infatti, pur condivisibile nell’impianto, prevede una serie di limitazioni per il ricorrente che, di fatto, finiscono per impedire l’accesso a questo tipo di rimedio e rendono poi aleatoria la concreta rivalsa sul magistrato ritenuto eventualmente responsabile. Si tratta, quindi, d’intervenire per rendere effettivo questo strumento.”

 

Piano, piano… Avete riflettuto bene? Ascoltate i consigli della vecchia democrazia:

Il concetto di responsabilità dei magistrati

Prima di tutto dobbiamo chiederci che cosa significa dire che qualcuno è responsabile, che risponde delle sue azioni. In molti campi, proprio come succede con gli allenatori delle squadre di calcio, si presuppone che chi, nel suo lavoro, non riesce ad ottenere i risultati desiderati dovrebbe essere licenziato o dovrebbe dare le dimissioni.

Nel caso della magistratura, invece, sono necessarie delle cautele per assicurarsi che i giudici siano liberi di decidere i casi loro affidati senza speranza e senza timore.

Per esempio, se un politico o un giudice di alto grado ritenessero di poter licenziare un particolare giudice per il semplice fatto che non gradiscono la decisione che ha adottato, il principio dell’indipendenza giudiziaria verrebbe gravemente compromesso e non sarebbe più possibile celebrare un processo giusto.

In questa ipotesi i giudici potrebbero anche essere indotti a pronunciare sentenze ritenute più gradite a chi avesse il diritto di decidere sulla loro carriera, per stroncarla o per farla progredire. Ci sarebbe il rischio di piegare, in base all’interesse personale del giudice, una decisione che dovrebbe essere indipendente e imparziale.

L’esistenza di questo rischio viene dimostrata, se pure con un esempio estremo, nelle dittature, in cui i giudici spesso vengono scelti specificamente in base alla loro fedeltà al regime e, quasi sempre, decideranno in suo favore, senza riguardi per l’individuo, i fatti e la legge”.

Niente da fare, la democrazia giovane è di quelle che amano il rischio: “Chi sbaglia, paga”, e pagherà. La volontà popolare espressa nel referendum del 1987 va rispettata, anche se, in quella volontà, nessun governo si è mai preoccupato, come invece fa il governo della vecchia democrazia, di gettare il seme del dubbio, che aiuterebbe a vedere un po’ più lontano dello slogan da talk show.

 

Macché, bisogna soprattutto osare, il dado è tratto e noi tireremo dritto:

– Superamento del filtro
Uno degli obiettivi del progetto è il superamento di ogni ostacolo frapposto all’azione di rivalsa, nei confronti del magistrato, che lo Stato dovrà esercitare a seguito dell’avvenuta riparazione del pregiudizio subito in conseguenza dello svolgimento dell’attività giudiziaria.

– Certezza della rivalsa nei confronti del magistrato
L’azione di rivalsa nei confronti del magistrato, esercitabile quando la violazione risulti essere stata determinata da negligenza inescusabile, diverrà obbligatoria.

– Incremento della soglia della rivalsa
Sarà innalzata la soglia dell’azione di rivalsa, attualmente fissata, fuori dei casi di dolo, a un terzo dell’annualità dello stipendio del magistrato: il limite verrà incrementato fino alla metà della medesima annualità. Resterà ferma l’assenza di limite all’azione di rivalsa nell’ipotesi di dolo.

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