Tv2000 è la tv della Conferenza Episcopale che alle 20.00, mentre sui TG dilaga l’immanente allunga un ponte verso il trascendente: attraverso il Rosario (con vista sulla grotta di Lourdes). Di là si socializzano le “notizie”, di qua la “fede”. Gli spettatori sono anziani e ce lo dicono, prima ancora dell’auditel, gli spot a fine Rosario: gelato morbido (né si addenta né si mastica), montascale, antimicotico per unghie, banconota d’oro della Zecca, poltrona relax.
Segue il TG&TG che spigola titoli e servizi dai tg degli altri, italiani ed esteri, per commentarli con l’ospite del giorno (ieri sera un luminare amico; dimenticatevi lo star system). In sintesi, TV2000 si presenta come “tv di parola” sia cantilenata come nel Rosario sia in forma del “dialogo”. Dialogo, non talk show; parlare convergente, non disputa agonistica.

Siccome in questi casi il rischio é quello della scontatezza contenutistica, a TV2000 per evitarlo hanno cominciato a spingere parecchio sul piano dell’espressione. Già avevamo notato, nel pomeriggio tra uno zapping e l’altro, la strizzata d’occhio della grafica giocosa adottata per la usuale rubrica sul cittadino tartassato. Ma soprattutto siamo incappati, mentre tutto il mondo vedeva Roma-Juve- nella versione serale de’ “La classe”. Qui il contenuto è di quelli che ammazzerebbero qualsiasi auditel: come recuperare all’istruzione i ragazzi che abbandonano la scuola. Ma alla tv dei vescovi hanno escogitato di ficcare l’indigesta materia in forme assai digeribili e ben conosciute a chi frequenta la bottega dei programmi.

Innanzitutto il reality, perché qui vengono presi una decina di veri renitenti all’istruzione, dei bei tipetti frutto di un casting accurato, che frequentano una apposita classe (la loro “Isola dei Famosi”) con insegnanti carismatici. Li possiamo seguire a lezione in corso di settimana, nozioni, significati, ma soprattutto volti e corpi catturati dagli operatori a beneficio del montaggio. Così siamo anche in Saranno Famosi e in Glee, con la comunità adolescenziale che si consolida sotto i nostri occhi e trasforma le caratterialità in personalità integrabili. Come col Sidney Poitier nella Scuola della Violenza.

Il lunedì sera si va al momento corale, con gli studenti appollaiati da un lato, i loro insegnanti e alcuni ospiti d’occasione accomodati di fronte, un po’ di pubblico e Marco Presta (sì, quello dei conigli radiofonici) che conduce puntando a condensare al volo i concetti in battute. E qui siamo tra “Che tempo che fa” e “Quelli del calcio” (versione primitiva). Insomma, una costruzione espressiva complessa, destinata a scoprirsi strada facendo, a partire dai suoi charachters/personaggi sia tra i ragazzi (il “torvo” di pelle scura con l’orecchino è già venuto fuori) sia fra gli insegnanti, di modello decisamente smart. Ieri, per passare ai numeri, il Rosario ha raccolto 300.000 spettatori, il TG&TG è arrivato a 120.000 e La Scuola ha navigato attorno ai 50.000. Insomma, è evidente che un programma del genere va assai al di là delle abitudini e forse anche delle propensioni del pubblico tradizionale di TV2000. E che mira a una posta politica, culturale e, immaginiamo, anche pastorale: uscire dai vecchi porti e affrontare il mare largo della comunicazione generalista. Meno tv dei vescovi e più tv del pubblico. Una vera sfida al cielo (dell’auditel, per carità!!).

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