Prestiti agli studenti per frequentare lauree specialistiche e master di primo livello all’estero. La Commissione europea insieme al Fondo europeo per gli investimenti (Fei) ha dato il via a un bando per coinvolgere banche e istituti finanziari nell’erogazione di denaro a giovani che vogliano prendere un diploma di studi di secondo livello nell’ambito del programma Erasmus Plus in uno dei Paesi aderenti. Perché studiare all’estero rappresenta sicuramente una grande occasione di crescita, ma anche un notevole investimento di denaro, sia per i costi dei corsi di studio, sia per il mantenimento in un Paese straniero. L’iniziativa punta “a intensificare ulteriormente il flusso della mobilità degli studenti nell’ambito dell’Erasmus+ e nell’ottica della Strategia europea 2020″, spiega ilfattoquotidiano.it Claudia Peritore, responsabile del settore università dell’agenzia Erasmus+ Indire, che gestisce per l’Italia il programma negli ambiti scuola, università ed educazione degli adulti. Gli studenti “potranno far richiesta di prestiti con un tetto massimo di 12mila euro per i corsi della durata di un anno e di 18mila euro per quelli di due anni, con cui coprire costi di sostentamento e iscrizione in uno dei 33 Paesi aderenti”.

I criteri – Ma come funziona? Per accedere a un prestito gli studenti dovranno essere residenti in uno dei Paesi aderenti al programma Erasmus+, aver completato il primo ciclo di istruzione superiore (laurea primo livello o titolo equivalente) ed essere stati accettati in un programma di secondo livello all’estero (laurea specialistica o master di primo livello), “in un istituto tra quelli titolari della Carta Erasmus per l’istruzione superiore europea, ovvero accreditati dalla Commissione Europea”. Ma il requisito fondamentale è quello di iscriversi a un corso di studi che permetta di conseguire un titolo e si svolga in un Paese diverso da quello di residenza e da quello dove si è conseguita la laurea di primo livello. Le domande dovranno essere presentate dai richiedenti direttamente a uno degli istituti di credito del Paese di provenienza o un’agenzia di prestiti per studenti, che saranno “selezionati e segnalati sul sito del Fondo europeo e su quello della Commissione europea nella sezione relativa all’Erasmus+”, spiega la responsabile di Indire.

Condizioni del prestito e restituzione  Una volta selezionato l’istituto, a fare da garante per il prestito sarà il Fei in accordo con la Commissione europea. Il tasso d’interesse sarà più basso di quello applicato dal mercato e “per la restituzione si potrà usufruire di un periodo agevolato – anticipa Peritore -. Lo studente avrà un anno di tempo dal conseguimento del titolo prima di iniziare a restituire il prestito, per offrirgli l’opportunità di trovare prima un lavoro, e in più la possibilità di poter avere un ulteriore anno di pausa durante la restituzione del denaro”.

Tempistiche Per ora il solo bando aperto è quello per le banche che intendono entrare a far parte del sistema di erogazione prestiti. Ma l’avvio effettivo del progetto, con la possibilità per gli studenti di fare richiesta, è previsto entro l’autunno di quest’anno. Gli istituti di credito potranno comunque continuare a rispondere alla “chiamata” fino al 30 settembre 2020.

Numero di studenti“La stima a livello globale è quella di poter erogare circa 200mila prestiti, nell’ambito dei 520 milioni di euro destinati al progetto su un totale di 14,7 miliardi di budget del programma Erasmus+ tra 2014 e 2020”. Ma la cifra sarà incrementata “fino a circa 3 miliardi di euro grazie ai finanziamenti erogati dalle banche”. Il prestito non sostituirà le altre borse di studio, ma sarà un’opportunità in più. “L’Erasmus tradizionale prosegue – specifica Peritore – ma mentre quella è una borsa di studio limitata temporalmente, questo nuovo progetto supporta la cosiddetta ‘degree mobility‘, ovvero la mobilità per un intero corso di studi”. Dall’inizio del programma Erasmus a oggi sono più di 3 milioni gli studenti che hanno beneficiato di una borsa di studio e le partenze dall’Italia sono stimate intorno ai 300mila giovani in 27 anni.

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