La strategia di espansione dell’Isis in Medio Oriente punta sempre più al Libano, dove conta di sfruttare le storiche divisioni confessionali e politiche del Paese del Cedri. Sulle montagne del Qalamoun, al confine siriano-libanese, i miliziani stanno cercando di prendere il controllo di alcuni villaggi libanesi. Il generale Abbas Ibrahim, responsabile della sicurezza libanese, ha dichiarato che le forze del Libano sono impegnate per evitare che i miliziani entrino in territorio libanese.

Alleanze pericolose
Sempre secondo la sicurezza, Isis sta approntando piani politici e militari per arrivare in tempi brevi alla proclamazione di un “emirato islamico” in Libano, un’estensione geopolitica significativa del cosiddetto “Stato islamico” di Abu Bakr al-Baghdadi in Iraq e Siria. I combattenti Isis stanno cercando la collaborazione e il sostegno dei gruppi militanti nel nord della Siria per raggiungere questo obiettivo. Il comando Isis sta istituendo un comitato organizzativo militare per gli affari libanesi. La strategia di alleanza dell’Isis nell’area, però, non sembra ancora ben definita. Il leader di una brigata Isis nel Qalamoun è stato ucciso da un alto funzionario del suo gruppo, per la sua politica di alleanza con il Fronte al-Nusra. Abu Oussama al-Banyasi, conosciuto con il nome di battaglia di Abu al-Aysha Banyasi, da poco nominato emiro di Isis del Qalamoun era favorevole all’unione con il gruppo qaedista. Una posizione che l’ha portato a scontrarsi con Abu al-Walid al-Maqdisi, giurista Isis autorizzato a emettere fatwa religiose. Banyasi, accusato di apostasia come il Fronte al-Nusra, è stato giustiziato pochi giorni fa alla periferia di Arsal, città libanese sul confine.

Strategia di penetrazione
Ora il comando delle operazioni per la costruzione dell’emirato in Libano è affidato a Khalaf al-Zeyabi Halous, nome di battaglia Abu Musaab Halous, un siriano che ha avuto un ruolo chiave nella conquista della provincia di Raqqa nel 2013. Abu Musaab Halous, ha incontrato i comandanti sul campo con il primo obiettivo di istituire formazioni militari e di sicurezza per il controllo del territorio tra il Qalamoun e il Libano. Nel frattempo, secondo i servizi di informazione libanesi, Isis sta reclutando kamikaze per colpire obiettivi sciiti a Beirut e nelle roccaforti di Hezbollah a sud della capitale. Nel mirino dei terroristi sarebbero anche obiettivi francesi e occidentali nel Paese, oltre all’ambasciata iraniana di Beirut, già colpita da un duplice attacco suicida nel novembre 2013.

La risposta libanese
Il Libano, per affrontare la minaccia sta cercando anche aiuti internazionali per rafforzare la sua struttura militare. Gli Stati Uniti hanno già fornito all’esercito libanese veicoli blindati, mitragliatrici e munizioni. Ora dovrebbero arrivare anche sei elicotteri Super Cobra. Inoltre, fonti vicine all’establishment militare, dicono che gli Usa hanno accettato di vendere alcuni jet da combattimento all’esercito libanese entro i prossimi cinque mesi. La decisione di avviare queste forniture coincide con i rapporti dei servizi segreti secondo i quali Isis e il Fronte al-Nusra si apprestano a lanciare attacchi in profondità in territorio libanese, non solo dalla periferia della città di Arsal, dove gli jihadisti hanno aperto un tribunale islamico, ma anche dalla frontiera orientale.

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