Lo stato davvero deplorevole dell’informazione in Italia, mentre Berlusconi, protetto da Renzi, acquisisce nuovi strumenti, dalle torri televisive a RCS, è ben illustrato dalle reazioni di stampa e televisioni alle manifestazioni svoltesi ieri a Roma.

E’ chiaro a tutti e confermato anche dalle cifre fornite, che il grande corteo , formato prevalentemente da giovani, che ha percorso le vie di Roma in opposizione al comizio di Salvini e Casa Pound in piazza del Popolo, ha abbondantemente surclassato quest’ultimo, non solo, com’era ovvio, in termini di contenuti politici, ma anche di partecipanti. Successo tanto più notevole se si pensa che si trattava di una mobilitazione solo romana a fronte della manifestazione nazionale convocata da Salvini & C. nel tentativo di proporsi come leader della destra disorientata e sconfitta da Renzi che ha fatto propri tutti i contenuti di destra, a cominciare dal sostegno a spada tratta a qualsiasi iniziativa e desiderio imprenditoriale.

Eppure la stampa e i media in genere hanno accordato molta più attenzione al becero scimmiottatore di Marine Le Pen che ai suoi antagonisti. Sembra quasi che in questi casi i media rispondano, più che alla realtà dei fatti che dovrebbero registrare, a una sorta di copione scritto in precedenza. Lo stesso copione, per intenderci, che ha fatto di Matteo Salvini (insieme al suo omonimo fiorentino) la star dei salotti televisivi. Una sorta di carta riserva dei poteri forti, una volta che, come appare inevitabile, l’altro Matteo, nel giro di qualche anno, dovesse miseramente fallire il suo tentativo.

Nulla di nuovo in realtà. Il tentativo di dividere il popolo, introducendo nel suo seno i veleni del razzismo e della contrapposizione, fa parte del codice fondativo della Lega. Abbandonato, almeno per il momento, lo sciagurato obiettivo della secessione del Nord, essa tenta di riciclarsi in veicolo delle frustrazioni degli italiani maltrattati dalla crisi e dalle politiche distruttive adottate su scala europea, A tale fine essa indica due obiettivi: l’Europa e i migranti, ma si guarda ovviamente bene dal mettere realmente in discussione l’assetto dei poteri costituiti di cui è fino in fondo servo e strumento.

Quanto all’Europa, è ovviamente giusto prendersela con l’istigatore all’evasione fiscale Juncker, Frau Merkel e il loro codazzo di yesmen fra i quali Renzi. Ma per rilanciare un’unione diversa tra i popoli europei a cominciare da quelli mediterranei, non già per rispolverare il più trito nazionalismo, come fanno per l’appunto Marine Le Pen in Francia e, paradossalmente, Salvini, con i residuati di Fratelli d’Italia e qualche neonazista più o meno bene camuffato.

Quanto ai migranti, occorre, come ho sempre fatto, litigando con razzisti doc e persone dal cervello confuso e inadeguato, affermarne il ruolo fondamentale per la costruzione dell’Italia e dell’Europa di domani. Ruolo che stanno già assolvendo in termini di contributo alla natalità e all’economia e che deve trovare il giusto riconoscimento su tutti i piani, incluso quello della cittadinanza.

E’ la stessa biologia del resto a insegnarci che la riproduzione sessuata, consentendo la mescolanza del patrimonio genetico, contribuisce al miglioramento della razza umana. E coloro che vaneggiano di purezza razziale sono destinati a fare una brutta fine e ad alimentare, come fecero i nazisti, i peggiori orrori del secolo passato.

Una delle principali scommesse che abbiamo di fronte è quella dell’integrazione dei migranti, basata su di una cultura comune che spazzi via ogni fondamentalismo e ogni razzismo (compresi ovviamente quelli dei banditi terroristi dell’Isis e simili come hanno fatto i Kurdi ed altri a Kobane).
Tale cultura comune deve essere basata sul dialogo, l’accoglienza, la lotta contro i veri nemici a cominciare dal potere finanziario, la solidarietà e l’universalità dei diritti a cominciare da quelli sociali. Tutti contenuti affermati nella giornata di ieri dal grande corteo di oltre ventimila giovani su cui purtroppo i media hanno voluto stendere un inammissibile velo di ignoranza, venendo a meno alla loro funzione di garantire una corretta informazione.

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