“Le fatture me le vuoi dare o devo parlare con Tremonti?”. “E le fatture me le vuoi fare, o ti devo denunciare alla Guardia di Finanza?”. A rivolgersi così al titolare di un centro di fisioterapia “fantasma” è il senatore Antonio Milo. Ma il tono non è perentorio né minaccioso, di chi sta reclamando il rispetto delle regole, bensì scherzoso, lasciando intendere che si tratta solo di una finzione perché le prestazioni per le quali si sollecita la ricevuta non sono state mai eseguite e quei pezzi di carta servono solo per ottenere indebitamente il rimborso del servizio sanitario nazionale (assistenza integrativa dei parlamentari). Questo il convincimento dei magistrati della procura di Napoli che hanno indagato Milo e un altro ex parlamentare, il deputato del Pdl Marco Pugliese, per falso e truffa nell’ambito dell’inchiesta sul centro Fisiodomus di Casavatore (Napoli), una struttura che al momento della richiesta di rilascio delle fatture già non era più attivo da tempo. Ma era stata trasformata – così emerge dall’inchiesta – in una sorta di fabbrica di certificati fasulli. Milo è considerato un “cosentiniano“: è iscritto al gruppo Grandi autonomie e libertà, che in alcune occasioni da opposizione è diventata stampella della maggioranza di governo.

Questo lo scenario disegnato dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino che hanno chiesto e ottenuto oggi l’emissione di ordinanze di custodia per i responsabili della struttura e per l’ex sindaco di Casavatore. Nell’ordinanza di custodia, firmata dal gip Amelia Primavera, si quantifica la presunta truffa ai danni del servizio sanitario: 3960 euro a Pugliese (per prestazioni in favore suo e della madre) e 9160 a Milo (in favore suo, di due figli e della moglie). I fatti contestati si riferiscono a un arco di tempo che va dal 2010 al 2012, quando Milo e Pugliese erano deputati.

AGGIORNAMENTO 15 gennaio 2017

“Sono molto felice che il giudice per le indagini preliminari mi abbia assolto, perché il fatto non sussiste, dagli infamanti reati di falso e truffa, tanto da ritenere di non dover neppure iniziare il processo”.  Lo dice Antonio Milo, senatore del gruppo Ala-Sc. “La vicenda – spiega il parlamentare originario di Agerola (Napoli) – risale al 2010. Il pm mi ha mosso queste accuse sostenendo che avrei ottenuto il rimborso di alcune fatture per prestazioni fisioterapiche mai godute. La Procura poi, a luglio del 2016, ha chiesto e ottenuto dal Senato anche l’ autorizzazione ad usare le mie intercettazioni legate alla vicenda. Ieri si è scritta la parola fine: non ho né truffato né falsificato alcunché“.

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