La coscienza sporca della Rai si trova nella zona industriale di Frosinone, presso uno dei capannoni della società De Vellis. Registrati, catalogati, suddivisi per tema, sono stati ammucchiati fino alla data del 30 novembre 2012, duecentotremilasettecentododici (203.712) doni, risultato di anni di favolosi acquisti, castello di meraviglie contabilizzato nel patrimonio aziendale e poi forse dimenticato, se qualcuno negli ultimi mesi, ma questo non lo sappiamo, non ha provveduto a svuotare (magari per farne beneficenza) il grande magazzino da seicento metri quadrati. A sua insaputa la Rai ha costruito questo lago artificiale dell’omaggistica, così nel dizionario burocratico è definita la sezione della bontà aziendale, la strenna di viale Mazzini che negli anni è stata dirottata agli italiani potenti e affluenti, agli amici di bisbocce e anche agli amici degli amici. Per realizzare il nuovo mondo di zucchero la Rai ha esperito tre anni fa persino una gara europea e trovato una sistemazione eccellente alla massa disumana dei regali. Gara vinta dalla De Vellis srl che ha ottenuto la custodia con un contratto triennale: inizio 1 dicembre 2012 con scadenza 30 novembre 2015.

Seicento metri quadrati, l’abbiamo detto, dentro cui giacciono i regali minuti, le piccole dosi di felicità a buon prezzo, il pensiero per gli ultimi essendo gli oggetti di valore, importanti, destinati naturalmente ai capi (orecchini e gemelli d’oro, le Montblanc, gli orologi Jaeger-LeCoultre da tremila euro l’uno, e foulard, plaid, e altri tipi di griffe. Le segretarie dei direttori accedevano allo show room allestito nel seminterrato di viale Mazzini e sceglievano tra i trecento articoli esposti. Cosa sceglievano? Ma naturalmente gli oggetti preziosi, i doni indimenticabili di una stagione purtroppo finita. Le cose più belle e pregiate erano loro. Di anno in anno il surplus è stato inviato per un lungo sonno in Ciociaria, nella zona industriale di Frosinone.

Eppure nella straordinaria lista che il “magazziniere” della Rai Alfonso Greco, licenziato in tutta fretta per ripulire le pareti di viale Mazzini dallo scandalo di “regalopoli” e promuovere – secondo il verbo di Luigi Gubitosi – la palingenesi, una nuova Rai sobria e rigorosa, c’è un mondo di sorprese.

Sono oggetti che comunque potrebbero servire ancora e che qui ci permettiamo di segnalare sommariamente ai vertici, nel caso non sia stata già prevista la liberazione della Ciociaria dall’ingombro di doni. 2466 orologi (bianchi, neri, al quarzo, per bimbi, per adulti, per ragazze, per ragazzi, con il logo, senza il logo), oppure dodici bici, decine di trolley, anzi centinaia. Alcuni griffati Nazareno Gabrielli, altri solo tatuati con la farfallina della Rai. Alla redazione di Ballarò, se Massimo Giannini lo desidera, possiamo inviare 1348 bloc notes personalizzati nell’era Floris ma stupendamente riciclabili. Alle falde del Kilimangiaro ha da ritirare 75 trolley, 207 magliette, 83 orologi, Geo&Geo 59 orologi Breil e 19 trolley, gli acquanauti hanno pronti 54 zaini.  8704 borse con loghi vari, a disposizione delle fidanzate, altre novemila di colore bianco per il popolo della spesa al mercato. 212 felpe e 1300 magliette per ragazzi, 15 ombrelli di Piazza Grande e così facciamo contento anche Magalli. Ai piccoli di Rai Yoyò 283 stupende lavagnette, 464 zainetti, 264 borracce e 269 palloni. Per gli amanti della musica classica sono disponibili 629 Bohème, i patrioti si possono rifare con 350 dvd su Giuseppe Mazzini, altrettanti con Cavour.

Ai maschi adulti 210 giubbotti, alle femmine 1750 magliette, agli andini 90 poncho, agli alluvionati 440 ombrelli, agli studenti più di 450 zaini, alle signore attempate dieci beauty in pelle, alla prima infanzia 35 proiettori per disegnare, ai runners 440 contapassi. Agli scolari delle elementari 4200 bussole della Melevisione, agli avvocati 22 cartelle da tribunale, ai cerimoniosi 34 vassoi, ai ritardatari 18 radiosveglie. La lista è così lunga da perdere il fiato. Riprendiamo. I golfisti hanno 14 sacche da ritirare, i melomani, se abbiamo fatto bene le addizioni, hanno altre 805 sinfonie di Beethoven, 585 Quattro stagioni di Vivaldi, 365 Tosca. Ancora i bimbi, evidententemente la Rai ha un cuore d’oro, con 260 tazze per il caffelatte, ai romanticoni una cinquantina di cornici per ricordare i momenti più belli. Agli spiaggiati 57 ciabatte infradito, 12 teli e 15 materassini, ai previdenti 63 luci di emergenza, per i cuochi 470 grembiuli.

Il magazziniere licenziato è stato così puntiglioso da avere mandato le sue memorie a tutti coloro che potevano avere interesse o semplice curiosità a leggere. “Ho scritto alla presidente Tarantola, al direttore Gubitosi, a tutti i consiglieri di amministrazione, al presidente della Commissione di Vigilanza, persino al viceministro per l’Economia e le Finanze Enrico Morando”. Bastava aprire il cofanetto e sfogliare i doni che il signor Alfonso Greco ha custodito fino al 30 novembre 2012 giorno in cui il vecchio mondo è stato mandato in soffitta. Nessuno si è incuriosito, nessuno ha letto, nessuno ha domandato. “Confido che i giudici possano esaminare la documentazione e ritenere che il mio lavoro è stato svolto con correttezza. Sicuramente avranno verificato ogni rigo della documentazione prodotta e se ho avuto dubbi in proposito me ne scuso. Ho piena fiducia in loro e anche se le cose per me sono andate storte fino a questo momento non è detto che non possano cambiare. Desidero solo che mi sia tolta la macchia del licenziamento. Non ho abusato del mio ufficio, e ciò che mi è stato consegnato ho segnato, quel che mi è    stato detto di dare ho dato”. Appunto. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato.

(2 – Fine)

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Dal Fatto Quotidiano del 22 febbraio 2015

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