Da quando mi occupo di divulgazione scientifica partecipo a conferenze ed incontri in giro per l’Italia. Un’esperienza bellissima, nuove conoscenze, persone gentili, calore e scoperte interessanti. Una di queste mi ha colpito particolarmente. Sapevate che esiste un’associazione che raccoglie le persone “più intelligenti” della popolazione? È nata in America ma esiste anche il gruppo italiano. Si chiama Mensa ed è un “club” (nato nel 1983) che riunisce tutte le persone che mostrino un quoziente intellettivo (QI) superiore alla media della popolazione. Come ho detto all’inizio del mio intervento, davanti ai soci del Mensa italiano, parlare davanti ad un’associazione di persone più intelligenti della media potrebbe essere il peggior errore di chi parla in pubblico. D’altronde voi, come immaginate un gruppo di persone dotate di un’intelligenza superiore alla media?

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Forse curvi, occhialuti e dal colorito funereo, sguardo torvo e triste, consumati da anni di studio e da letture che li hanno elevati mentalmente ma distrutti fisicamente?

Invece no. Molti giovani, allegri e (ok, che lo dico a fare?) intelligenti. Tra un pezzo di pizza e l’altro (già, anche loro mangiano pizza, non che serva essere dei geni…) ho cercato di capire chi fossero i più “intelligenti d’Italia” ed ho scoperto dei dati interessanti e curiosi che volevo condividere. Tutti possono far parte del Mensa, serve un unico requisito: fare parte di quella piccola porzione della popolazione dotata di un quoziente intellettivo superiore alla media, è circa il 2% della popolazione. Come fare a capire il nostro quoziente intellettivo? Nel modo più semplice, un test. Chi vuole sottoporsi al test fa richiesta, lo può compilare (in un tempo massimo stabilito) e scoprirà se ha le qualità per far parte di questa associazione. Le attività sono tante, riunioni, convegni, si parla di “demodoxalogia” (lo studio dell’opinione pubblica) ma anche di enologia (lo studio del vino) e poi gite, iniziative culturali, incontri di gioco e sportivi, si scambiano punti di vista e pareri, perché una delle qualità del Mensa è che non vi è nessuna “opinione dominante”, si  incontrano persone con punti di vista, formazione ed opinioni completamente diverse e questa è la dimostrazione che le differenze sono segno di intelligenza, cultura e crescita, è l’appiattimento che abbrutisce, con buona pace di chi vede nel “diverso” un problema, non per niente l’associazione non prende posizione in questioni politiche, religiose o sociali. Ma chi sono le “menti” d’Italia?

Le più varie ma ci sono delle caratteristiche ben precise. I “mensani” italiani sono circa 1300, numero che sembra niente a confronto degli oltre 21.000 inglesi o 10.000 tedeschi, non che questi popoli siano più intelligenti di noi ma spesso è semplicemente un problema di diffusione, in certe nazioni il Mensa è più conosciuto e la partecipazione è maggiore. Stessa spiegazione sul dato relativo al sesso dei “superintelligenti”, la stragrande maggioranza sono uomini (1127 contro 176 nel 2013), questo significa che gli uomini sono più intelligenti delle donne (ne resterei sinceramente stupito)? No, probabilmente gli uomini sono attratti maggiormente da questa associazione ed anche la collocazione geografica può avere un ruolo (perché spesso chi si avvicina al Mensa lo fa perché ne ha sentito parlare da un conoscente, una sorta di “passaparola”). L’età più rappresentata è quella di mezzo, dai 31 ai 41 e questo forse conferma che anche la maturità contribuisce all’intelligenza. Il titolo di studio più rappresentato è la laurea in Ingegneria, seguita da quelle di tipo economico mentre il 14% dei soci è in possesso di diploma superiore. La regione con più iscritti è la Lombardia, seguita dal Lazio ma anche qui il dato è parecchio influenzato dalla presenza di gruppi locali e da “nuclei” di iscritti che fanno conoscere l’associazione.

Tra gli iscritti al Mensa sono rappresentate tantissime categorie professionali, un ritratto perfetto della società: scrittori, attori, musicisti, giornalisti, pensionati, casalinghe e pittori. In pratica l’umanità. Già, perché nonostante leggendo i giornali sembriamo circondati da orde di umanoidi capaci di tante parole e poco cervello, in mezzo a noi esistono migliaia di persone intelligenti e curiose, che sono il fondamento (buono e costruttivo) di una società moderna. Il Mensa, seppur associazione “amatoriale” può essere un simbolo, una speranza. Pensate a quanti gruppi si riuniscono per combattere, per fanatismo, per “tifo” o per religione, pensate ora ad un gruppo che invece si riunisce per un unico motivo: confrontarsi, senza dogmi né parti da prendere. Per fare questo, per forza, serve intelligenza. Mensa, quindi, non può che rappresentare quanto di meglio possa esprimere l’essere umano.

Avevo detto che gli uomini rappresentano la quota maggiore di iscritti rispetto alle donne ma queste sono tradizionalmente quelle che occupano incarichi associativi, dirigono. Ecco, anche questo ho l’impressione che sia un segno di intelligenza.

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