Moda e Stile

Tra gli elementi dimenticati della moda 2.0, i bottoni rivivono in mostra a Parigi

3mila pezzi con una selezione di oltre 100 abiti e accessori maschili e femminili, scelti tra i couturiers più importanti nella storia del costume: da Paul Poiret a Elsa Schiaparelli, da Christian Dior a Jean Paul Gaultier. I bottoni che compongono l'esposizione sono stati realizzati dalle mani di artigiani di diverso tipo (orefici, ceramisti, merlettai, ricamatori, vetrai) e rifiniti da una varietà di artisti: pittori, scultori o creatori di bijoux

di Claudia Ricifari

Ci sono dettagli, nella moda, che appartengono a un mondo lontano, quasi incantato. Pezzi di storia che la frenesia della modernità ha inghiottito nel suo vortice, sostituiti da nuove tecnologie e materiali più economici o – più semplicemente – pratici.

I bottoni sono tra gli elementi dimenticati della moda 2.0, sostituiti da zip o cuciture ermetiche. La loro gloriosa storia rivive a Parigi presso Les Arts Décoratifs, fino al 19 luglio. Un’esposizione che raccoglie più di 3mila pezzi con una selezione di oltre 100 abiti e accessori maschili e femminili, scelti tra i couturiers più importanti nella storia del costume: da Paul Poiret a Elsa Schiaparelli, da Christian Dior a Jean Paul Gaultier. Vere e proprie opere d’arte, la cui origine è compresa tra il XVIII al XX secolo, i bottoni che compongono la collezione sono unici nel loro genere per preziosità dei materiali e tecniche di fabbricazione, realizzati dalle mani di artigiani di diverso tipo (orefici, ceramisti, merlettai, ricamatori, vetrai) e rifiniti da una varietà di artisti: pittori, scultori o creatori di bijoux. In comune una manualità ormai quasi perduta, che ha reso indimenticabili le creazioni delle maisons più affermate.

Curata da Loïc Allio, la mostra rappresenta un evento unico nel suo genere per varietà, ricchezza e ecletticismo. Tra i gioielli di manifattura esposti: un ritratto di donna nello stile di Fragonard; un trio di bottoni ispirati alle favole di La Fontaine dell’orafo Lucien Falize; una serie di 792 pezzi dello scultore Henri Hamm; i lavori di Jean Arp e Alberto Giacometti per Elsa Schiaparelli, o quelli di Maurice de Vlaminck per Paul Poiret. E poi l’Haute Couture con le magie dei gioiellieri Francis Winter e Roger Jean-Pierre per Dior, Balenciaga, Madame Grès, Givenchy, Balmain e Yves Saint Laurent.

L’esposizione svela in ordine cronologico la storia di questo oggetto, legata indissolubilmente alla storia della moda, riflesso perfetto di creatività e umore delle varie epoche. Dalla sua apparizione nel XIII secolo, il bottone ha sempre mantenuto un posto di privilegio nel mondo dell’abbigliamento. La sua produzione e il suo utilizzo si sono sviluppati progressivamente, anche se bisogna attendere la fine del XIII secolo per assistere all’era d’oro di questo accessorio in Francia. In quel periodo, infatti, diventa un vero e proprio oggetto di lusso della moda maschile, prima ancora che un ornamento. Un mezzo per esprimere il proprio rango e propria personalità. È intorno al 1780 che il bottone inizia a fare la sua comparsa anche sugli abiti femminili.

Durante la rivoluzione industriale la produzione di queste opere d’arte in miniatura si sviluppa fino a diventare un vero e proprio settore d’industria. Da qui un crescendo di successi e applicazioni, che ne hanno ampliato il potere espressivo e decorativo fino agli Anni ’80 del Novecento, quando gli stilisti optano per uno stile più minimalista, che riporta il bottone alla sua funzione originale.

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