“Non fate la guerra alla Libia, i libici non sono una minaccia. Un conflitto finirebbe per accendere altre falangi estremiste che hanno progetti di conquista terroristici. Aiutateci a proteggerci senza un intervento militare”. Lo dice Housam Najjair, ex foreign fighter di religione islamica e nazionalità irlandese, che nel 2011 ha partecipato alla cattura di Gheddafi e che ha combattuto in Libia e Siria. Ospite della serata “Je suis Charlie. E dopo?“, convegno blindato organizzato dal teatro Stabile del Veneto, con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la Fondazione Musei Civici, il conservatorio Benedetto Marcello e la Fondazione Oasis, Najjair ha spiegato la sua decisione di entrare nelle brigate. “Ho fatto di tutto per diventare un bravo soldato e combattere contro il regime di Gheddafi che – dice – violentava le donne e saccheggiava i villaggi”. Ma sull’integralismo dell’Isis e la minaccia per la Libia,  Najjair dice: “L’Isis non è l’Islam. L’Occidente deve aiutare la Libia e per farlo non servono armi ed eserciti ma tanta politica e diplomazia di Alessia Da Canal

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