“Mare bello, vino buono”, disse Lenin durante uno dei suoi rapidi soggiornai Capri, agli inizi del ‘900. Sintetico, forse troppo. C’è molto di più nell’isola di smeraldo. Per esempio, una tradizione gioielliera profondamente intrecciata con le origini della storia italiana. È quella creata da Pietro Capuano, meglio conosciuto come Chantecler, oggi la incarnano gli eredi del suo antico socio, Salvatore Aprea. Capuano, a cavallo degli anni ’50, fu fedele – e anche un po’ chiacchierato – “amico” di Edda Ciano, la figlia del Duce, quando lei rientrò in Italia dall’esilio in Svizzera dove era fuggita dopo la fucilazione del marito. Secondo i giornali dell’epoca, Edda aiutò Pietro a lanciare la sua piccola bottega in via Camerelle di cui fu musa incondizionata. Edda diceva che erano solo soci d’affari: aveva bisogno di soldi per “riabilitare” la figura del marito.

Dai gioielli più amati dalla figlia del Duce e da Jacqueline Kennedy, ancora fedeli a una tradizione di assoluta eccellenza gemmologia, Gabriele e MarieElena Aprea oggi si muovono sul mercato internazionale. Anche con un volume fresco di stampa (Rizzoli) che combina storia di Capri e del marchio “The Love and the creation of beauty” a cura di Alba Cappellieri e Enrico Mannucci. Pieno di anedotti e curiosità.

Pietro Capuano, ‘poeta e patrizio’ – come veniva definito – aveva casa a Capri dal 1935, la Maisonette Chantecler di Sopramonte, battezzata così in riferimento a un regalo avuto per l’inaugurazione, un gallo in ceramica ispirato all’esuberante protagonista della favola di Edmond Rostand. Chantecler diverrà il nome della ditta e il suo soprannome. E la bottega di via Camerelle divenne una tappa obbligata della dolce vita in trasferta sull’isola.

Nel novembre 1944, Capuano mise a segno un clamoroso colpo pubblicitario: si accordò con gli ufficiali americani di stanza sull’isola perché una campana, fusa con tutti i simboli della leggenda di San Michele, fosse inviata in dono al presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt. A Capri si sparse poi la voce che il successore di Roosevelt, Harry Truman, l’avesse fatta rintoccare il 15 agosto 1945, alla fine vittoriosa della seconda guerra mondiale.

L’idea era ispirata a una leggenda caprese in cui San Michele appare a un pastorello disperato per aver smarrito la sua unica pecora. Il santo gli dona una campanella in grado di realizzare ogni desiderio. Così, al primo tintinnio, la pecora riappare. Insomma, un simbolo di fortuna, pace e felicità perfetto per auspicare l’arrivo di tempi migliori. L’avevano subito visto così gli aviatori americani che passavano una licenza a Capri. Era un irrinunciabile souvenir portafortuna prima di tornare al fronte. Un giornale dell’epoca dava conto di un cartello esposto in via Roma: “Non potete lasciare Capri senza aver comprato la campanina portafortuna”: in argento, costava 250 lire assieme a un opuscolo che riassumeva la leggenda in un inglese alquanto approssimativo.

Nel 1954, L’Europeo inviò Oriana Fallaci a raccontare il mondo di Capri e i riti della sua celebre Piazzetta. Ecco alcuni passaggi da quell’articolo ironico e brillante: “Quest’anno usa la noia, o meglio la finta noia, una sorta di malinconia kierkegardiana che si traduce in gesti stanchi, vestiti accollati, volti immusoniti e silenzi senza ragione… A Capri è di moda ignorare certe celebrità, qualche sguardo in più se l’è preso soltanto Sartre, scontroso e bruttissimo, che ha attraversato in fretta la piazza, quasi si vergognasse a farsi vedere… La vita incomincia dopo mezzogiorno. Prima di quell’ora sarebbe sommamente disdicevole alzarsi dal letto e apparire in pubblico. All’una si scende alla Canzone del Mare, mai a Marina Grande luogo da borghesi, si prende poco sole, nuotare vicino a riva è usanza ‘dopolavoristica’… Novella Parigini si fa fotografare prendendo il sole nuda… Piero Mele non distribuisce più manciate di dollari ai camerieri come faceva al ‘Morocco’ di New York quando aveva abbondato in whisky, il gioielliere Chantecler si aggira in barca protetto da un ombrellone rosso coi pizzi e porta al collo una collana che non si riesce a capire se è di sassolini o di pietre pregiate… Francesca Blanc, moglie di Dado Ruspoli, si vede con Franco Mancinelli Scotti, però Dado, quando nota che guarda una collana da due milioni da Capuano, il giorno dopo gliela compra subito”.

Twitter@januariapiromal

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