Gianni Dragoni spiega la legge sul rientro dei capitali: “Consente chi ha portato soldi all’estero in nero di mettersi in regola senza venire perseguito penalmente, purché si autodenunci, paghi le tasse che non ha versato e gli interessi, più una multa, piccola perché c’è lo sconto”. E aggiunge: “La legge prevede un ulteriore sconto per gli evasori: dimezza da 10 a 5 anni i termini di prescrizione dell’accertamento fiscale, cioè i controlli dell’Agenzia delle entrate nei paesi detti “black list”, la lista nera dei paradisi fiscali, dove di solito finiscono i soldi esportati in modo illegale”. Il giornalista continua: “Se lo Stato “a regime fiscale privilegiato”, cioè il paradiso fiscale nel quale sono nascosti i soldi, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge fa un accordo con l’Italia “che consenta un effettivo scambio di informazioni” bancarie sui contribuenti (una sorta di rinuncia al segreto bancario) i termini di prescrizione per l’“accertamento” fiscale si dimezzano a 5 anni, come per un pensionato o un lavoratore dipendente. Se la Svizzera” – continua – “fa l’accordo con l’Italia, ci sarà uno sconto di 75.000 euro su ogni milione evaso. Sui 200 miliardi che si stima siano in Svizzera, lo sconto per gli evasori sarebbe di 15 miliardi. Questo sconto è un “incentivo” per far emergere i capitali in nero. Ma l’incentivo è a favore dello Stato o degli evasori?”

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