Tredici ragazzi africani di diverse nazionalità, tutti richiedenti asilo, sono stati espulsi la sera del 12 febbraio dal centro d’accoglienza Namastè di Ponte di Nona, gestito dalla Cooperativa 29 giugno, una struttura che faceva parte della rete del boss di Mafia Capitale Salvatore Buzzi. Sono stati cacciati dopo aver protestato per il mancato rispetto dei loro diritti: da circa 20 giorni lamentavano il fatto di non ricevere la normale erogazione di cibo, acqua calda e del ticket giornaliero da 2,5 euro. “Una protesta assolutamente non violenta – sostiene Aboubakar Soumahoro, sindacalista dell’Usb, che questa mattina ha guidato un sit-in di fronte al palazzo della Provincia – alla quale la prefettura di Roma e il centro Namastè hanno risposto chiamando la polizia e decidendo di revocare le misure di accoglienza. Questi 13 ragazzi ora non sanno dove andare e dormono alla stazione Termini. L’inchiesta di Mafia Capitale ha dimostrato che in Italia ci sono mercenari dell’assistenzialismo che lucrano sulla pelle di chi è in difficoltà”  di Tommaso Rodano

 

 

Articolo Precedente

Napoli, regala panino a disabile bisognoso: multato da Gdf. “Gesto di cuore”

next
Articolo Successivo

Facebook, offese su pagina sindacato di polizia contro un detenuto suicida

next