“Je suis taxi legale”. Si legge sui cartelli degli oltre mille taxisti che sono arrivati a Torino, dove ha sede l’Authority dei trasporti. Va in scena la manifestazione nazionale di categoria contro Uber, il servizio internet per il trasporto di persone. “Sono abusivi, ci stanno rubando il lavoro” ripetono come un mantra tutti i partecipanti. Centinaia le auto bianche in corteo. Per molti taxisti la preoccupazione è il valore delle licenze, vero tesoretto di ogni autista, che, se Uber venisse legalizzato, perderebbero buona parte del loro valore. I manifestanti accendono qualche fumogeno ed esplodono un paio di bombe carta, l’atmosfera è tesa. Il corteo dopo aver sfilato per le vie del centro arriva davanti alla prefettura. “Se lo Stato non ci caga, da domani non si paga” e “Blocchiamo tutta l’Italia” sono gli slogan scanditi in modalità stadio. Non manca la risposta di Uber, oggi fa lo sconto del 20%  di Cosimo Caridi

 

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