L’Università di Bologna batte quella di Roma, Milano, Padova e Lecce per recuperare … Pompei. Il dipartimento di Storia Culture e Civiltà (DiSCi) dell’Alma Mater ha infatti vinto il lotto numero 3 del Grande Progetto Pompei – Piano della Conoscenza, messo a punto dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali, con finanziamento globale della Comunità Europea per circa 8 milioni di euro, volto alla tutela e il recupero di uno dei siti archeologici più noti al mondo.

L’ateneo bolognese è l’unico tra le università italiane ad aver vinto autonomamente uno dei sei bandi come singolo soggetto economico, ed è soprattutto il solo ad avere la responsabilità totale dell’intero progetto finanziario. Ad affiancarlo nei lavori del Grande Progetto Pompei fin dal prossimo marzo saranno cinque società private e un’associazione temporanea d’impresa istituita dall’Università di Salerno che hanno vinto gli altri cinque lotti. “Pompei è un simbolo storico architettonico mondiale e il nostro successo significa che siamo competitivi ad altissimo livello”, ha spiegato il rettore Ivano Dionigi.

“Tutto il programma che verrà poi elaborato a Bologna, si baserà sui nostri rilievi dell’area e soprattutto diventerà uno strumento d’archivio e di conoscenza che potrà essere usato per centinaia d’anni”, ha aggiunto Giuseppe Sassatelli, professore di Archeologia dell’Università di Bologna e responsabile del progetto. Il Grande Progetto Pompei è un’iniziativa del governo italiano che punta al recupero dell’intero sito di Pompei attraverso un programma straordinario di interventi conservativi, prevenzione, manutenzione e restauro. La fase operativa definita Piano della Conoscenza prevede l’esecuzione di una mappatura complessiva della città per arrivare ad una definitiva e duratura manutenzione consapevole e programmata. Il piano prevede la realizzazione di una planimetria in scala 1:50 di tutta la città antica e l’analisi di ogni singola unità muraria in modo tale da avere un modello 3D di tutti gli alzati, con una schedatura che ne registri l’esatto stato di degrado. Saranno realizzate anche scansioni laser tridimensionali dei principali complessi abitativi che confluiranno nel database informatizzato. “Avremo a che fare con luoghi storici, dei veri gioiellini, come la Domus dei Casti Amanti – ha continuato Sassatelli – ci lavoreranno dottorandi, ricercatori e assegnisti, oltre che diversi docenti del DiSCi. E’ un investimento sui giovani dell’ateneo davvero importante.

“Il ribasso d’asta da 900mila euro di partenza a 750mila garantisce comunque un’ottima qualità nei lavori”, ha concluso Sassatelli. “Ieri ero a Pompei. Da metà marzo inizieranno i lavori che poi proseguiranno per un anno circa. Voglio infine ricordare con piacere un aneddoto che ci ha probabilmente portato bene: quando i ragazzi che si occupavano del bando online hanno dovuto inserire username e password hanno scelto Disci per la prima voce e Mansuelli per la seconda. Guido Achille Mansuelli è stato uno dei più grandi archeologi e docenti del nostro ateneo, morto nel 2001. In tempi di rottamazione galoppante pensare che i giovani laureandi lo citino e lo usino come porta fortuna fa molto piacere”.

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