Se non fosse che stiamo parlando di Costituzione, cioè della democrazia nel nostro Paese, ci sarebbe perfino da sorridere increduli.

La notizia che il Partito democratico vota in sostanza da solo fondamentali modifiche costituzionali, in un Parlamento semivuoto con le opposizioni sull’Aventino, dopo una giornata di scontri e perfino di botte, farebbe saltar dalla sedia De Gasperi, Togliatti, Pertini, forse perfino Cossiga.

Chiunque abbia un po’ di sale in zucca, capisce che questa è una situazione inaccettabile, un metodo di governo da caporioni e non di un partito che dovrebbe essere il baluardo della democrazia parlamentare.

Come ci si è arrivati, lo sa solo Iddio, che conosce anche i segreti del Nazareno… Stiamo vivendo una delle vicende più oscure della recente storia politica, prima un accordo segreto dai contenuti inconfessabili tra il leader del partito che rappresenta ancora a tutt’oggi (per mancanza di alternative) il centrosinistra, e il capo decaduto ma ancora in piedi di una destra che porta la maggiore responsabilità dello sfascio del paese in questi ultimi vent’anni.

Un accordo che si rompe intorno alla scelta del Presidente della Repubblica senza chiarire i termini reali del perché, s’intuisce che quel che era stato stabilito Renzi non l’ha rispettato, una vicende esemplare!

Una democrazia infettata dalla mancanza di regole e soprattutto di trasparenza, una legge elettorale dichiarata incostituzionale che ha eletto un Parlamento di nominati che pretende di cambiare la Costituzione a colpi di voto, ma siamo impazziti?

Quel che sorprende più di tutto che lascia attoniti, è la ritrovata unità nel Partito democratico in questa folle corsa verso il nulla, tutti condizionati dal ricatto di Renzi “o me o il voto”; il Pd(R) è ormai un partito-monstre, una specie di Idra che lancia con le sue braccia colpi velenosi a destra e a manca, contro chiunque si oppone o addirittura contro chiunque osi esprimere un’opinione diversa.

Sembra un incubo ed è la realtà, solo che si sta veramente scherzando col fuoco. Renzi è un autocrate pericoloso, uno che non guarda in faccia a niente e a nessuno che non conosce limiti, che può portare questo Paese a sbattere per puro calcolo cinico, altro che cambiare verso, qui si precipita nella dittatura.

In questa situazione, resta la mia ferma opinione, è proprio l’opposizione cosiddetta (viene da piangere) di sinistra interna al partito a portare la maggiore responsabilità, in primo luogo Pier Luigi Bersani che si produce nei vetusti bizantinistici equilibrismi per salvare la “ditta” in liquidazione fallimentare. Un comportamento dettato da un misto di cinica e pilatesca condiscendenza: mettono il silenziatore alle critiche, votano compatti anche contro le loro stesse, presunte, opinioni con l’intento di accompagnare Renzi verso il suo destino. Mi sembra di sentirli confabulare: “Se cade come è probabile, siamo lì a fargli il funerale, se per caso dovesse farcela siamo stati fedeli quindi non ci può mica far niente”.

A loro poco importa se le istituzioni sono mortificate e se vengono varate modifiche contrarie al dettato costituzionale, hanno dimenticato tutte le precedenti polemiche e ora sono a dar man forte al dittatore.

Non vorrei apparire eccessivo e descrivere la vecchia sinistra in disarmo come un branco di ciechi opportunisti, non è così: Cuperlo e compagni non hanno altra scelta che subire i diktat renziani perché la nemesi del partito che hanno fondato li costringe a digerire come gli struzzi qualunque pietra.

Altrimenti dovrebbero dichiarare fallimento, ché il loro progetto di trasformazione nel partito che doveva rinnovare l’Italia, ha prodotto come lo scrigno del male il suo rovescio, un inquietante sistema di potere privatistico, incarnato da un personaggio spregiudicato e autoritario. E’ altamente istruttivo leggere a riguardo L’intoccabile – Matteo Renzi, la vera storia del giornalista Davide Vecchi (Chiarelettere).

La vicenda del Pd è assunta a farsa politica e corre il rischio di diventare una tragedia nazionale. Un partito che non garantisce nessuna regola di affidabilità, che designa i suoi leader con sistemi di voto a dir poco ambigui (vedi le primarie di Napoli poi annullate e quelle di Genova convalidate nonostante le denunce di Sergio Cofferati), accordi con gruppi avversari, voti comprati, affarismo, cos’altro deve succedere? Questo partito dovrebbe da solo realizzare la riforma costituzionale? L’Italia resta un paese in profonda crisi.

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