I militanti dello Stato islamico hanno diffuso un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti che erano stati rapiti in Libia. Lo fa sapere la televisione al-Jazeera. Il video è comparso sull’account Twitter di un sito internet che sostiene il gruppo dello Stato islamico. Nei giorni scorsi era stata annunciata l’esecuzione dei 21 ostaggi sequestrati tra dicembre e gennaio. Le fonti ufficiali libiche e il ministro degli Esteri egiziano dicono di non aver avuto conferme dell’uccisione.

Secondo quanto riferisce Rita Katz, direttrice del Site (un osservatorio americano che si occupa del monitoraggio del jihadismo) il video ha il titolo “Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce”. All’interno ci sarebbe anche un riferimento esplicito all’Italia: “Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma… in Libia”. E poi ancora: “Avete buttato il corpo di Osama bin Laden in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro”. Nel video i militanti vestiti di nero fanno camminare i prigionieri, vestiti con tute arancioni, su una spiaggia. I prigionieri vengono costretti a inginocchiarsi, per poi essere decapitati. Il filmato dura cinque minuti. In una didascalia si legge: “Il popolo della croce, seguaci dell’ostile chiesa egiziana”. Migliaia di egiziani si sono recati nella vicina Libia per cercare un lavoro dopo la rivolta del 2011, nonostante i consigli del loro governo di non recarsi in uno dei Paesi più pericolosi della regione.

La crisi, anche dopo gli attentati di probabile matrice islamica a Copenaghen, preoccupa sempre di più le forze occidentali. Mercoledì 18 e giovedì 19 febbario a Washington ci sarà il vertice internazionale sulla sicurezza globale. La situazione in Libia è precipitata nei giorni scorsi. Tra venerdì e sabato, al termine di un’azione rimasta a lungo sotto traccia, con la presa di due radio e una tv è apparso chiaro che l’Isis ha il controllo di parte di Sirte in Libia, dove i jihadisti hanno preso fra l’altro l’ufficio passaporti. Scade in queste ore un ultimatum dello Stato islamico lanciato a Fajr Libya, la coalizione di milizie filo-islamiche che sostiene il Gnc, affinché sgombrino totalmente il campo. Il congresso però si mostra convinto di poter riprendere la città e già pianifica una “Operation room” per gestire il post-riconquista. Intanto successi militari vengono annunciati anche attorno a due pozzi della “Mezzaluna petrolifera” attaccati da jihadisti vicini all’Isis nei giorni scorsi. Lo Stato islamico però, che già fra aprile e ottobre ha creato un ufficiale “califfato” a Derna, ha fatto una “parata” di pickup pesantemente armati per sottolineare il possesso anche di Nawfaliya, cittadina desertica 145 km a est di Sirte. Inoltre “le bandiere nere dell’Isis sono già a Tripoli, si vedono sventolare dalle macchine che si aggirano nella capitale libica. Prima erano poche, nascoste, adesso si stanno moltiplicando. La situazione è gravissima”, è stato l’allarme lanciato da fonti libiche vicine al governo di Tobruk.

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