Le riforme costituzionali, iniziate come una farsa – mai vista una riforma più sgangherata – stanno rapidamente precipitando in tragedia, esponendo il paese all’alternativa rovinosa fra le elezioni con il Consultellum e un referendum più su Renzi che sulle riforme, referendum che lo stesso Renzi farebbe ben a non dare per vinto. Queste cose le poteva fare De Gaulle, cioè un uomo di Stato: non uno che torna da Bruxelles dopo la mezzanotte e si precipita in Parlamento a minacciare a destra e a manca, mostrando di aver divorziato dalla realtà e di essere in preda a delirio di onnipotenza. Dopo aver rotto il Patto del Nazareno senza sostituirlo con nient’altro, e pensando di governare con i fuoriusciti dei Cinquestelle, di Scelta civica e di Sel, fra i quali Gennaro Migliore, subito ripagato con una candidatura in Campania, si permette pure di fare il bullo?

Quando la vecchia politica finisce per produrre solo spettacoli come questi, bisogna guardare altrove, ripartendo dai territori e dalle cose concrete. È quanto ha fatto don Paolo Farinella in un libro che esce mercoledì, L’Italia che vorrei. Ripartire dalla Liguria, Gabrielli, 2014, presentato da me ieri a S. Torpete, la sua parrocchia nel cuore della Genova antica. C’era il pubblico sin fuori dalla porta della chiesa e rappresentanti del M5S genovese, l’Altra Liguria e Rete a Sinistra. Lì si è fatta Altrapolitica, discutendo dei programmi, su cui c’è largo accordo, e non sulle candidature, l’unica cosa che interessi ai giornali. Anche del mio intervento, per dire, è stata riportata solo una battuta, Hasta la victoria siempre, che potrebbe pure portare sfiga, a due mesi delle Regionali liguri.

Ma parliamo pure del candidato. Posso annunciare che lo abbiamo già, sin dall’inizio, e che rinunciamo ad annunciarlo pubblicamente solo perché, con una strategia mediatica machiavellica, abbiamo fatto credere che lo stiamo cercando: figurarsi, a due mesi dalle urne. Poiché però ai giornali piacciono i cliché, tipo quello della vecchia sinistra pasticciona e divisa – mentre noi siamo uniti come una falange macedone e non ci rivolgiamo solo alla sinistra, bensì al novantanove per cento dei liguri, furibondi con il governatore uscente Burlando e la sua controfigura femminile, Lella Paita – allora continuiamo pure a fingere. Chi vuol fare il candidato di una lista civica unitaria per le regionali? Chi abbia i requisiti minimi – fedina penale pulita e uno straccio di esperienza amministrativa – si faccia pure vivo, possibilmente non a ore pasti. Astenersi perditempo e renziani.

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