“Tanto ha detto, tanto ha fatto, che alla fine lo hanno acciaccato…”. Se lo dicono in Transatlantico due deputati di maggioranza vedendo un insolitamente claudicante Renato Brunetta solcare a fatica il corridoio che porta in Aula e che normalmente attraversa a passo velocissimo.
Ma se violenza c’è stata, è lo stesso capogruppo di Forza Italia alla Camera ad essersela inferta. “L’altra notte, tornando a casa dopo la seduta durata fino a tardissimo, non ho visto uno scalino e mi sono fatto un male bestia”, racconta ai colleghi di Forza Italia, alcuni dei quali,  scherzando (ma non troppo), attribuiscono l’evento alla “disdetta” del patto del Nazareno.
Dovrebbe trattarsi di una microlesione, di quelle che non è conveniente proteggere neanche con una fascia elastica e andrebbero curate con il riposo assoluto. Ma lo stakanovista Brunetta a fermarsi non ci pensa neanche: e continua la sua battaglia  a suon di subemendamenti, interventi ostruzionistici e sortite polemiche. Soprattutto dopo l’abbandono dell’Aula e la protesta contro la linea impressa dal premier Matteo Renzi al dibattito sulle riforme.
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