Procede a rilento l’indagine per abuso d’ufficio sul presidente della Consob, Giuseppe Vegas. Da circa due mesi è atteso l’interrogatorio del numero uno dell’autorità di vigilanza dei mercati su cui la procura di Roma indaga per presunte irregolarità in una serie di nomine all’intero nella commissione. Secondo quanto risulta all’Adusbef, il pm Giuseppe Deodato ha intenzione di ascoltare il presidente della Consob la prossima settimana. Ma al momento non c’è alcuna data certa per l’interrogatorio dopo il quale dovrebbe concludersi l’inchiesta partita a febbraio 2013 sulla base di un esposto presentato dall’associazione presieduta da Elio Lannutti, da Federconsumatori e dai sindacati interni.

Al centro delle indagini di Deodato ci nomine interne come quella dell’ex direttore generale Gaetano Caputi, recentemente sostituito da Angelo Apponi, l’ex capo della divisione emittenti che, secondo quanto emerso dalle carte della Procura di Milano su un ramo dell’inchiesta su Unipol-Fonsai, intratteneva rapporti “privilegiati” con il controllato Mediobanca. Il pm romani indaga anche sulla chiamata diretta della responsabile della segreteria di presidenza della Commissione, Francesca Amaturo, e sull’incarico affidato a Luca Cecchini nello staff comunicazione e rapporti con la stampa. Per non parlare del caso, sollevato da Il Fatto Quotidiano, di Gabriele Aulicino, l’ex ufficiale della Difesa che Vegas ha posto alla guida dell’ufficio attività parlamentari della Consob. Un contratto che è stato convalidato dal Consiglio di Stato, ma su cui la magistratura sta ancora investigando.

Secondo la denuncia, nel decidere le assunzioni Vegas avrebbe travalicato i poteri previsti dallo statuto interno. Per quanto concerne il direttore generale, in particolare, le regole dell’autorità, nelle disposizioni degli articoli 26 e 27, prevedono che l’incarico sia conferito con una deliberazione del Collegio “adottata con non meno di quattro voti favorevoli”. Non solo: nel caso di Caputi, ex alto funzionario del ministero dell’economia all’epoca di Giulio Tremonti, la nomina del marzo 2011 viene anche contestata perché esterna alla commissione. Una scelta che Vegas ha giustificato con l’assenza di figure con analoghe competenze all’interno della Consob. Non è del resto la prima volta che la gestione Vegas viene messa in discussione sul tema delle modalità di assunzioni in Consob. A novembre aveva fatto scalpore la stabilizzazione, senza concorso, di 43 precari tra cui alcuni dei più stretti collaboratori del presidente.

Più recentemente ha poi suscitato una nuova ondata di polemiche la nomina del nuovo direttore generale Apponi. Secondo i sindacati interni, anche in questo caso Vegas non avrebbe rispettato quanto previsto dalle norme interne secondo cui è possibile soltanto uno scatto di carriera ad ogni sessione di promozione (nel caso di Apponi ce ne sarebbero due). Sulla questione della nomina ha chiesto chiarimenti al Tesoro il deputato del gruppo misto Sebastiano Barbanti. Durante un question time in Commissione Finanze, Barbanti ha anche domandato al ministro di esprimersi sulla mancata nomina dei due commissari necessari a completare il collegio della Consob come previsto a giugno dalla riforma voluta da Renzi. Sul primo punto, Tesoro ha risposto con le parole dell’autorità che sostiene la nomina di Apponi sia avvenuta “in perfetta aderenza, formale e sostanziale, alla vigente disciplina”. Sul secondo punto, quello della nomina di due nuovi commissari, il ministero non ha invece dato alcuna indicazione. Anche se l’attuale situazione vede di fatto il collegio dominato dal presidente che, in caso di parità, può esprimere un voto doppio sulle delibere.

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