Quasi sette milioni di euro di costi maggiori provocati dalla supervisione artistica di Massimiliano Fuksas e dalle modifiche fatte in barba alla concorrenza. È la cifra che la procura regionale della Corte dei conti del Piemonte contesta agli ex componenti della giunta di Mercedes Bresso e ad alcuni funzionari ritenuti responsabili dei costi maggiori per la nuova sede progettata dall’archistar romana, un grattacielo al centro di alcuni casi giudiziari. Il sostituto procuratore regionale Ivano Malpesi ha concluso l’indagine e ha chiesto il processo per i quindici indagati, che sono chiamati a restituire 6,7 milioni di euro.

L’inchiesta era partita nel 2010, poco dopo l’elezione dell’ex governatore leghista Roberto Cota. Quel progetto, che avrebbe dovuto eliminare i costi degli affitti degli uffici regionali, sembrava in realtà troppo costoso per le casse pubbliche. Così il neo-presidente aveva presentato un esposto minacciando lo stop ai lavori, anche se poi la sua amministrazione non ha potuto fare altro che avallarne la costruzione, realizzata da alcune coop e finanziata in leasing da Monte dei paschi di Siena. Nel frattempo, mentre il grattacielo saliva, l’indagine della procura contabile e della guardia di finanza andava avanti.

L’atto di citazione, che preclude al processo, ricalca in gran parte l’atto di “costituzione in mora”, documento inviato agli indagati nel 2013 per fermare i termini della prescrizione. In quel documento venivano elencate le decisioni che hanno provocato le modifiche del progetto iniziale e l’aumento dei costi. La prima importante variazione riguardava l’area: nel 1999 la giunta di Ezio Ghigo (Forza Italia) pensava di farlo costruire nella “Spina 1” di Torino, ma il Comune non ha mai cambiato il piano regolatore. Anni dopo si pensa all’area ex Fiat Avio, comprata a prezzo carissimo dalla “Risanamento” dell’immobiliarista Luigi Zunino (finito a processo proprio per aver rivenduto alla Regione Piemonte quel terreno non del tutto bonificato a un prezzo più alto rispetto a quello iniziale, processo concluso con la prescrizione), ma bisognava adattare il progetto. La giunta approva “i necessari adattamenti in funzione della nuova localizzazione e delle nuove opportunità che la stessa offre, purché non comportanti sostanziali modifiche alle caratteristiche tipologiche e dimensionali del complesso”. Così non è: aumenta l’altezza, dai 75 metri si era passati ai 204, e la superficie (da 40mila metri quadri a 70 mila), così da accogliere 2.650 dipendenti e non 1.200 come previsti inizialmente.

Secondo la procura contabile queste modifiche sono fatte senza gara aperte e quindi hanno danneggiato la concorrenza e le casse della Regione Piemonte. Inoltre i costi sarebbero aumentati per la parcella dello studio di Fuksas, quasi 19 milioni di euro, lievitata grazie alla supervisione artistica e alla variazione del Piano regolatore, compito che poteva essere svolto da personale interno della Regione. Tra i costi esorbitanti, rivisti grazie a una perizia affidata al consiglio dell’Ordine degli architetti di Milano, i magistrati sottolineano anche la spesa “manifestamente eccessiva e infondata” per i 61mila euro per un plastico lungo 110 centimetri e largo 70.

La scorsa estate Fuksas aveva pure fatto causa alla Regione, ora retta da Sergio Chiamparino, chiedendo 2,7 milioni di euro per la supervisione artistica mai pagati dall’amministrazione. La causa è poi termina nel nulla dopo una mediazione tra i legali. Nei prossimi mesi dipendenti, funzionari, personale amministrativo e giunta regionale dovranno trasferirsi nella nuova sede. Come prevedevano i piani, ne rimarranno fuori i dipendenti e gli eletti del Consiglio regionale.

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