Giuseppe Vegas dà i numeri sull’affaire banche popolari. Secondo quanto dichiarato dal presidente della Consob mercoledì in Parlamento, ci sono stati acquisti anomali in Borsa sui titoli degli istituti prima delle voci sulla riforma in arrivo dal governo, con potenziali guadagni nell’ordine dei 10 milioni di euro per chi ha movimentato le azioni del comparto. O meglio, il guadagno ci sarebbe stato se chi ha comprato i titoli prima della notizia, li ha poi rivenduti. Ma non è ancora chiaro se c’è stata compravendita o solo acquisti. Meno che mai è chiara la fonte delle operazioni.

“Le analisi effettuate hanno rilevato la presenza di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala, in grado di generare margini di profitto, sia pur in un contesto di flessione dei corsi. Si tratta, in particolare, di soggetti che hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in circa 10 milioni di euro“, ha detto Vegas che pure a proposito della riforma ha citato Benedetto Croce affermando che “la storia non si fa con i se e con i ma”. In particolare, prima del fatidico 16 gennaio le azioni delle banche popolari hanno mostrato in media una performance negativa, a esclusione della Bpm (+9,59%). Dal 3 gennaio al 9 febbraio, ha quindi sottolineato l’ex vice di Giulio Tremonti, i corsi delle banche popolari sono saliti da un minimo dell’8% per Ubi a un massimo del 57% per Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, a fronte di una crescita dell’indice del settore bancario dell’8% circa; anche i volumi negoziati hanno fatto registrare consistenti aumenti. “La Consob – ha proseguito Vegas – ha anche svolto accertamenti sulle posizioni allo scoperto, che non hanno evidenziato elementi particolari in grado di fare emergere punti di attenzione”.

Un accenno, poi, al caso Popolare dell’Etruria legata a doppio filo con la famiglia Boschi e ufficialmente commissariata poche ore dopo l’intervento di Vegas. Il quale, in merito al progetto di trasformazione dell’istituto in Spa avviato volontariamente dalla banca nell’agosto del 2014 e che non è stato però portato a compimento, ha fatto sapere che la Consob non ha riscontrato “elementi sufficienti ad avviare un’indagine di abuso di mercato”. Tuttavia Vegas ha precisato che “in relazione a tale vicenda la Consob aveva già analizzato l’andamento anomalo delle contrattazioni nella giornata del 22 agosto 2014, caratterizzato da un elevatissimo controvalore degli scambi (circa 20 milioni di euro, pari al 12 per cento del capitale sociale)”.

Quanto alle questioni di metodo, “sono in corso di predisposizione richieste volte a ricostruire il circuito informativo dell’informazione privilegiata, ovvero l’ambito in cui la stessa è maturata, il momento a decorrere dal quale essa ha assunto i requisiti di informazione privilegiata e i soggetti coinvolti nel circuito informativo, utilizzando tutti i poteri di accertamento previsti dalla disciplina sugli abusi di mercato e procedendo ad audizioni nei confronti di alcuni soggetti rispetto ai quali sono già emersi elementi che portano a ritenere necessari indagini specifiche più approfondite”, ha detto il presidente della Consob dando in pratica a intendere che la Commissione cercherà di svolgere il filo di Arianna. Con una minima percentuale di realismo. “La Consob – ha aggiunto – è fortemente impegnata a portare a termine con tempestività e rigore questi accertamenti preliminari, compatibilmente tuttavia con i tempi necessari per acquisire dai soggetti vigilati, e in particolare dalle autorità estere coinvolte nelle richieste di cooperazione, i dati necessari per dare corso ad approfondite analisi tecniche, al fine di dare la massima solidità alle eventuali contestazioni di illecito e alle conseguenti segnalazioni alla magistratura”.

Articolo Precedente

Monte dei Paschi, il rosso sale a 5,3 miliardi e la ricapitalizzazione a 3 miliardi

next
Articolo Successivo

“Bcc inefficienti, serve riforma”. Credito cooperativo nel mirino di Bankitalia

next