Qualche giorno fa l’account facebook ufficiale di Expo 2015 – che ha quasi un milione di follower – ha postato alcuni render del “Parco della biodiversità”, “uno spazio espositivo di 8500 metri quadri che valorizza le eccellenze ambientali, agricole e agroalimentari del Paese”. Ora queste immagini stanno facendo insorgere il mondo dei grafici e dei creativi digitali. Il perché è presto detto: nelle foto in questione, ci sono errori che risultano macroscopici anche ai non addetti ai lavori.

unnamedSi vedono persone trasparenti, fluttuanti nell’aria o incollate senza accortezze grafiche; profili scontornati senza cura; stesse figure riutilizzate per “quadri” differenti. E ancora: mancanza di ombre, proporzioni e prospettive sfalsate che trasgrediscono le regole di base delle rappresentazioni visive, dal Rinascimento al 3D (immagini sopra)

E così il rendering secondo Expo diventa virale, e produce una raffica di critiche, indignazioni e parodie sui social (sotto). Il primo a essere preso di mira è stato proprio il profilo facebook della ricca kermesse milanese. Centinaia i commenti affilati. Scrive Alessandro, con oltre cento like: “State facendo veramente una figuraccia mondiale”. Seguono altri utenti sulla stessa linea: “Potete spiegare a chi sta facendo questi fotomontaggi imbarazzanti che oggi si usa Photoshop, e non Paint?”, nota Andrea.

“Avete seriamente un grande problema – continua Ilaria – eppure i soldi potevate spenderli per la grafica visto il costo esoso dei biglietti… Di grafici bravi ce ne sono… Qua c’è solo puzza di raccomandazione per far lavorare qualcuno totalmente incapace”. “Voglio pensare che il “lavoro” sia stato fatto da uno dei tanti ragazzini di diciott’anni reclutati per prestare la loro opera gratis con la scusa di fare un’esperienza”, dice un altro. E Francesco Franz: “Ditemi che è uno scherzo o la vendetta di uno che non è stato pagato”. Niccolò ironizza: “È severamente vietato entrare all’Expo con la propria ombra”. Più che di rendering, c’è che parla di “Orrendering”. C’è chi preannuncia uno “sciopero delle cornee“, e chi nota: “Vengono meglio con una qualsiasi app del cellulare”.

Sorgono, a cascata, le pagine facebook “dedicate”. Successo per “Paint è totale, Photoshop ha dei limiti”. Già più di cinquemila like di “grafici incazzati” per “Offresi corso Photoshop per il grafico dell’Expo 2015”. Che ha lanciato pure un concorso: “Sei anche tu uno studente o grafico di professione? Sai utilizzare abbastanza bene Photoshop, Illustrator, Flash, Freehand o robe simili e hai sempre sognato di lavorare per un evento di portata mondiale? Questo è il concorso per te! Devi semplicemente dimenticare tutto ciò che hai imparato sulla post-produzione ed elaborazione di foto digitali, ed aprire Paint”. Non manca un’avvertenza: “Per partecipare è necessario realizzare un collage in cui sia presente del cibo, una vostra foto e il logo di Expo. Per il resto potete aggiungere ciò che volete: alberi, macchine, gente in levitazione, unicorni magici, pesci volanti”.

L’artefice dei rendering della discordia si chiama Fabio Fornasari, vive a Bologna e ha fatto coming out su Facebook “Sono state pubblicate immagini di un progetto in corso. Sono uscite anzitempo, non terminate. La rete è veloce, e ne ha fatto un meme, un argomento virale. Questo, in sé, non è ancora un male in quanto ci fa sentire sulla pelle quanta responsabilità abbiamo nel lavorare non tanto su “materiali digitali” – non è un problema di quanto si sa usare Photoshop – quanto sugli immaginari e le estetiche”. Gli ha ribattuto Gianmarco: “Ma di che stiamo parlando? Quelle immagini sono uscite sul vostro canale facebook ufficiale”. E Paolo: “Sì, è un problema di quanto si sa usare Photoshop, degli immaginari e delle estetiche; e, soprattutto, della forza di gravità”.

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