Sotto il sole della California è tempo di premiazioni nel mondo dello showbiz. Dopo i Golden Globes di gennaio, e in attesa degli Oscar il prossimo 22 febbraio, nella notte allo Staples Center di Los Angeles sono stati consegnati i Grammy Awards, ambitissimi riconoscimenti musicali. La serata ha avuto un trionfatore indiscusso: il ventiduenne britannico Sam Smith, che con la sua Stay with me ha fatto incetta di “grammofoni”, portandone a casa addirittura quattro (Best new artist, Best pop vocal album, Record of the year e Song of the year. Una serata quasi perfetta, per il cantante gay che ha voluto ringraziare il suo ex per avergli spezzato il cuore e ispirato il brano, con quattro premi ottenuti su sei nomination. L’altro protagonista dei Grammy 2015 è stato Beck, che con il suo Morning Phase ha portato a casa il premio Rock Album of the year e soprattutto il prestigioso Best album of the year, un po’ l’equivalente dell’Oscar al miglior film.

Ma visto che le categorie dei Grammy sono ben 83, c’è stata davvero gloria per molti, a cominciare da Beyoncé (che ha portato a casa tre premi, anche se ha dovuto rinunciare ai più importanti), passando per Pharrell Williams (tre Grammy anche per lui con il tormentone dell’anno Happy), la cantante country Rosanne Cash (tre), Eminem (due), Jay-Z (due premi anche per Mister Beyoncé). Delusione per Sia, una delle rivelazioni dell’anno con Chandelier, che nonostante le quattro nomination non ha portato a casa neanche un premio, così come per Katy Perry, con il vendutissimo album Prism totalmente ignorato dall’Academy.

Ma più che i premi, che contano assai, la notte dei Grammy è l’occasione migliore dell’anno per assistere a performance live senza precedenti, un vero e proprio inno alla musica che costringe a fare le ore piccole milioni di fan in giro per il mondo. Attesissima, come sempre, Madonna, che si è esibita nel suo nuovo singolo Living for love. Solita coreografia sontuosa, solita prestanza fisica nonostante miss Ciccone navighi serenamente verso le 57 primavere. Ma l’outfit scelto dalla regina del Pop per il red carpet ha lasciato perplessi i più. Stile da torero per il lato A, natiche al vento per il lato B. E va bene la stravaganza, va bene il pazzo mondo dello showbiz, va bene la voglia di provocare, ma da una attempata signora quasi sessantenne ci si attenderebbe maggiore amor proprio.

Grande successo per l’esibizione del talento ginger britannico Ed Sheeran, che prima ha incantato tutti con la sua Thinking Out Loud, accompagnato da una superband di musicisti composta da John Mayer, Questlove e Herbie Hancock, e poi ha duettato con i mostri sacri Electric Light Orchestra. Toccante, e insolitamente sobria, l’esibizione di Katy Perry in By the grace of God, che ha seguito la toccante testimonianza di una donna vittima di violenza domestica e un videomessaggio sul tema di Barack Obama.

Da togliere il fiato, poi, la strana coppia Hozier-Annie Lennox, con Take me to church e una strepitosa versione di I put a spell on you. E poi, ancora, Tom Jones e Jessie J, Ariana Grande, Adam Levine e Gwen Stefani, Sir Paul McCartney, Rihanna e Kanye West, Lady Gaga e uno strepitoso Tony Bennett (che a quasi 90 anni ha portato a casa il suo diciottesimo Grammy per l’album in duetto con miss Germanotta). Una di quelle serate perfette, insomma, che fanno venire la pelle d’oca agli amanti della musica. L’ennesima dimostrazione del dominio assoluto degli americani quando si parla di spettacolo. Ma le lunghe nottate californiane non sono finite: l’appuntamento è fissato per il 22 febbraio, quando toccherà ai divi di Hollywood contendersi l’ambita statuetta dell’Oscar.

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