Vivere più a lungo e meglio? Forse si può. Il segreto dell’eterna giovinezza, o quantomeno di una vita più lunga, potrebbe essere nascosto in una pillola da banco, fra le aspirine e i propoli. Questa almeno è la speranza di Elysium Health, start up messa in piedi da un ex professore del Mit di Boston con l’aiuto di cinque premi Nobel, che da questa settimana vende Basis, una pillola appunto che ha dato risultati estremamente promettenti sui topi ma che la compagnia ha deciso di non testare nell’uomo come un farmaco ‘accontentandosi dello status di integratore.

“Il problema – spiega alla rivista del Mit Leonard Guarente, fondatore della società – è che è impossibile provare in un tempo ragionevole che un farmaco che estende la vita degli animali può fare lo stesso nell’uomo. Un esperimento del genere richiederebbe anni, per cui abbiamo deciso di impacchettare una ricerca all’avanguardia in un prodotto da banco”.

Il prodotto contiene un precursore chimico della nicotinamide adenin dinucleotide o Nad, un composto che le cellule usano nei processi coinvolti nel metabolismo, e dovrebbe secondo gli ideatori causare nell’organismo gli stessi effetti di una dieta con poche calorie, che diverse ricerche hanno individuato come uno dei modi per allungare la vita. Con il passare degli anni i livelli di Nad negli animali e nell’uomo diminuiscono, quindi l’idea è di rimpiazzare quello perso artificialmente.

La pillola costa 60 dollari al mese, circa 50 euro, e andrebbe presa due volte al giorno tutti i giorni. Per ora viene venduta solo on line, e in mancanza di dati premarketing l’intenzione della compagnia, che ha appunto cinque premi Nobel nel board scientifico fra cui Martin Karplus, che ha vinto il premio per la Chimica nel 2013 e ora ha 85 anni, è seguire le persone che decidono di acquistarla nel tempo per verificarne l’efficacia.

La compagnia, spiega ancora Guarente, adotterà per la produzione tutti gli standard di qualità che vengono usati normalmente per i farmaci. “Ci sono i farmaci su ricetta, che sono costosi, e i cosiddetti nutraceutici, che sono un’incognita, non si sa che cosa si prende e se c’è della scienza dietro – sottolinea -. In mezzo c’è un ampio spazio che può essere riempito in un modo utile per conservare la salute”. In realtà non è la prima volta che si tenta la via dei supplementi per allungare la vita. Lo stesso Guarente era a capo di una compagnia che ha provato con il resveratrolo, una molecola presente ad esempio nel vino, ma senza successo.

Articolo Precedente

Big Bang, dietrofront degli astrofisici: “Nessuna traccia onde gravitazionali”

next
Articolo Successivo

Scimpanzé, imparano anche “nuovi” idiomi di gruppi diversi per adattarsi

next