Nessuno può dire come andrà a finire, ma se l’interessato non ci ripensa potremmo essere arrivati allo showdown di Renato Schifani: o capogruppo di Area Popolare (Ncd-Udc) in Senato o fuori dal partito. A raccontarlo al ilfattoquotidiano.it è un esponente di primo piano del Ncd, che male ha digerito la svolta filogovernativa e l’aut aut dell’ex presidente del Senato, il quale è stato molto chiaro: “Dopo Maurizio Sacconi – è la sintesi – tocca a me fare il capogruppo a Palazzo Madama”. In quella veste, a quanto pare, Schifani si sentirebbe di garantire la compatezza del gruppo parlamentare in vista delle difficili votazioni che attendono a palazzo Madama maggioranza e governo.

Ma se non avrà soddisfazione, ha detto chiaro e tondo l’ex berlusconianissimo presidente del Senato, “me ne vado”. E non da solo, perché a seguirlo dovrebbero esserci una decina di senatori, tra i quali spiccano Giuseppe Esposito, Laura Bianconi, Piero Aiello, Nico D’Ascola, Ulisse Di Giacomo, Antonio Gentile, Marcello Gualdani.

A sbarrare le pretese di Schifani sul gruppo al Senato, però, ci sarebbero altri big del partito: fra questi sicuramente Carlo Giovanardi (“Visto che Renzi ci fa la pipì in testa da due giorni, nel senso che ci offende in tutte le maniere – ha detto – i nostri ministri dovrebbero dimettersi e così Renzi non è più il presidente del Consiglio”) e Roberto Formigoni (“I festeggiamenti di ieri per la riconciliazione Alfano-Renzi vogliono dire che il premier ha ritirato i commenti sarcastici dedicati a Ncd in questi giorni? O bisogna far finta di niente e abbozzare?”). Entrambi sono inquilini di palazzo Madama e ovviamente in corsa per prendere il posto di Sacconi. Fuori da palazzo Madama, invece, Schifani deve vedersela anche con Maurizio Lupi, voce critica in seno al governo e non troppo incline a dare carta bianca al premier, e con Nunzia De Girolamo, che invece di lasciare il partito ha deciso di rimanere e, così sostengono i suoi, battersi per una linea non troppo soft nei confronti di Renzi.

Articolo Precedente

Mattarella, quando il presidente propose il carcere per gli appelli tv per Berlusconi

next
Articolo Successivo

Nessuna legge per frenare i gruppi di pressione, Parlamento in balìa delle lobby

next