Sembravano amici, ma forse diventeranno nemici. Google, secondo l’esclusiva di Bloomberg, starebbe pensando di attivare un servizio simile a quello di Uber. Il motore di ricerca però, attraverso il proprio venture capital Google Ventures, ha investito 258 milioni di dollari in Uber e David Drummond, Google Chief legal officer e vice presidente senior per lo sviluppo aziendale, fa parte del consiglio di amministrazione della società. Scelte che facevano credere che il prossimo passo potesse essere l’acquisizione della società guidata dal ceo Travis Kalanick.

E invece, mentre Kalanick prometteva posti di lavoro e rassicurava i regolatori europei, Google stava pensando di fare da sé. Secondo una fonte vicina al consiglio d’amministrazione di Uber, Drummond avrebbe informato il cda della possibilità di sviluppare il servizio concorrente. Sarebbe stato mostrato anche lo screenshot di una app per il ride-sharing al momento sarebbe utilizzato da alcuni dipendenti del motore di ricerca. La sorpresa è stata forte, tanto che Uber starebbe valutando la possibilità di chiedere a Drummond di dimettersi dal cda.

Le due società sarebbero entrate in rotta di collisione sul progetto delle auto senza guidatore. Google non ha mai fatto mistero delle sue ambizioni di rivoluzionare il mondo dei trasporti con veicoli autonomi. Larry Page, l’amministratore delegato, ha dichiarato di essere affascinato dalla sfida di vedere le città funzionare in maniera più efficiente. Per questo all’interno del laboratorio di ricerca Google X stanno lavorando al progetto che prevede da due a cinque anni di lavoro per arrivare a una buona diffusione di questo tipo di veicoli.

Al salone dell’auto di Detroit svoltosi il mese scorso, Chris Urmson, il dirigente di Google responsabile del progetto, ha disegnato un primo scenario di utilizzo dei veicoli autonomi che potrebbero essere utilizzati per il trasporto condiviso di più persone. Un car sharing collettivo dove è possibile chiamare l’auto che ti viene a prendere sotto casa.

Il problema è che anche Uber ha iniziato a lavorare per una soluzione simile. In ritardo rispetto a Google, la società ha annunciato la partnership con la Carnegie Mellon University per un centro di ricerca a Pittsburgh. L’ipotesi è che Kalanick cerchi un’alleanza con società come Mercedes, Audi o Tesla che stanno sviluppando un’auto senza conducente anche se non è chiaro a che punto siano i progetti. L’obiettivo del ceo sembra comunque quello di marciare verso l’auto che si guida da sola, perché “quando non c’è un altro tizio in macchina (l’autista), il costo di Uber diventa più economico rispetto al possesso del veicolo”.

In ballo, secondo gli analisti, ci sarebbe un mercato che potrebbe valere 87 miliardi di dollari nel 2030. Intanto Google ha intenzione di produrre le prime cento auto che serviranno per i test di 24 mesi in California. Per ora vanno a 40 km/h, evitano i ciclisti, non funzionano se piove e se perdono la connessione non sanno come tornare a casa.

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