Pare che il governo Tsipras faccia sul serio: se davvero l’annuncio di venerdì, ovvero lo stop al piano di sfruttamento delle risorse aurifere nella penisola Calcidica, nel nord della Grecia fosse confermato, sarebbe un segnale che il (quasi) monocolore di Syriza abbia deciso di cominciare dalle questioni più spinose. “Siamo assolutamente contrari al progetto e a breve studieremo il da farsi” ha detto Panagiotis Lafazanis a Reuters, parlando di una delle vicende simbolo della crisi greca.

Alexis Tsipras

La “battaglia di Skouries” è una storia che parte da lontano, nei primi anni ’90 e trae origine dalla volontà della politica ellenica di allora di tornare ad investire nei giacimenti auriferi, della regione Calcidica, nella Macedonia centrale e in particolare nell’area di Skouries dove sorge una delle ultime foreste primordiali d’Europa. Dopo diversi ritardi, dovuti a malumori delle popolazioni locali, il governo Simitis, rispolverò nel 2003 una norma introdotta durante il regime dei colonnelli che consentiva allo Stato di dare in concessione a privati dei beni pubblici, senza richiedere alcun corrispettivo. Beneficiario fu la Eldorado Gold, e la sua filiale greca la Hellas Gold, una multinazionale canadese che opera nel settore dello sfruttamento delle vene aurifere e ha forti interessi in Europa. L’operazione andò in porto senza neanche la scocciatura di una gara pubblica e questo atto di “generosità” che ha attirato l’attenzione di tribunali nazionali ed europei, rimarrà una questione locale fino alla fine del 2012, quando la tensione iniziò a salire.

Mentre il governo Samaras continuava a difendere strenuamente il progetto, considerandolo parte strategica degli investimenti stranieri nel paese la foresta di Skouries diventava la versione greca della Val di Susa: da un lato la Eldorado Gold, asserragliata presso lo scavo dove dovrebbe sorgere la miniera, protetta da telecamere, filo spinato, contractors e nuclei antisommossa della polizia; dall’altro popolazioni locali ed attivisti da tutto il Paese, che si sono opposti fino ad oggi, e con ogni mezzo, alla ulteriore devastazione della loro regione.

Le miniere di Skouries sono, a tutti gli effetti, la Tav greca con forti analogie anche per i pesanti strascichi giudiziari (procedimenti per corruzione ed i processi a carico degli attivisti) per la massiccia militarizzazione del territorio e per la longa manu degli interessi finanziari europei che si muovono all’orizzonte (entrambi i progetti, infatti, hanno goduto di una considerevole iniezione di fondi comunitari). Se la vicenda Tav è stata fino ad oggi una delle pagine più nere d’Italia nel rapporto tra istituzioni e comunità locali, quella di Skouries ha attirato l’attenzione anche di Amnesty International: la violenza inaudita messa in atto dalla polizia anti-sommossa inviata da Atene, soprattutto nel corso del 2013, ha sollevato diversi malumori internazionali e contribuito a peggiorare la già pessima reputazione continentale di cui godono le forze dell’ordine elleniche.

Nonostante la Eldorado Gold abbia temporaneamente sospeso gli scavi per la miniera (anche se il sito web della società parla di 2016 come data di inizio dell’estrazione) il definitivo abbandono del progetto rappresenterebbe per il governo Tsipras una grande vittoria politica, vista la grande emozione che la vicenda ha suscitato nel paese.

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