“Abbiamo schivato un proiettile”. Così Bill de Blasio, sindaco di New York ha risposto a chi lo ha accusato di eccessivo allarmismo per la tempesta di neve “Juno” che si è abbattuta sulla Grande Mela e su gran parte dell’area nord-orientale del Paese. Gli oltre 60 centimetri di neve, gli allagamenti sulle coste e i venti fino a 120 chilometri orari previsti nella serata di lunedì non ci sono stati. Molto minori anche i disagi alla circolazione in città: “E’ uno scenario del meglio prevenire che curare – ha continuato il primo cittadino – Fatto quello che era necessario per tenere tutti al sicuro”. 

New York si è svegliata sotto un manto di neve bianca ma il ridimensionamento delle precipitazioni e il lavoro svolto nella notte dagli operai e dai circa 1.800 spazzaneve per ripulire le strade hanno permesso di far rientrare l’allerta meteo, scattata 24 ore prima, e ritirare il divieto di circolazione intorno alle 7:30 locali. Anche i servizi pubblici sono ripartiti con regolarità anche se terranno i ritmi dei giorni festivi. Rientra l’allerta ma l’attenzione rimane comunque alta, visto che nello stato di New York, così come nel Connecticut, Rhode Island, Massachusetts e New Hampshire si prevedono comunque ancora fino a 60 centimetri di neve che potrebbero colpire circa 60 milioni di persone.

Le previsioni per l’arrivo della “Monster Storm“, così era stata chiamata inizialmente la tempesta di neve in arrivo sul nord-est degli Stati Uniti, avevano allarmato sindaci e governatori degli Stati interessati: un’area che si estendeva per 400 chilometri, dal New Jersey al Maine. “Quella che sta per arrivare è molto probabilmente la più grande tempesta di neve della storia di New York, una cosa mai vista. Non sottovalutatela, preparatevi al peggio”, aveva avvertito de Blasio. Secondo quanto riportato dal portale FlightAware, circa 4mila voli erano stati cancellati e diversi aeroporti chiusi, compreso il John Fitzgerald Kennedy di New York. Anche il Palazzo di Vetro, sede dell’Onu, aveva deciso di chiudere alle 14.30 (ora di New York). 

Il governatore del Connecticut, Dannel Malloy, aveva imposto il divieto di circolazione sulle autostrade dello stato a partire dalle 21 di lunedì e chiesto alla popolazione di prepararsi con un kit d’emergenza, incluse scorte alimentari per tre giorni, caricabatterie per cellulari per le emergenze, torce elettriche, sacchi di plastica e carburante per generatori di elettricità. Chris Christie, governatore del New Jersey, aveva invece dichiarato lo stato di emergenza: “State a casa a meno che non abbiate un’emergenza”, aveva detto ai cittadini.

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