Dopo anni di discussioni, voti del sinodo dei vescovi, veti incrociati, rivoluzioni interne e tanti dissapori, il Regno Unito ha ora la sua prima donna vescovo, consacrata nella cattedrale di York lunedì 26 gennaio, in una cerimonia alla quale hanno preso parte più di mille persone e oltre cento alti prelati. La donna del primato è Libby Lane, 48 anni, prete da diversi anni e ora appunto diventata vescovo di Stockport, una città-sobborgo della Grande Manchester, terra di rivoluzioni industriali, sociali e culturali, una delle aree più progressiste del Paese. Perché la nuova rivoluzione della Chiesa anglicana – presieduta dalla regina Elisabetta II e dall’arcivescovo di Canterbury – è anche un cambiamento che conferma la confessione come una delle più aperte e moderne al mondo, dove l’omosessualità non è un tabù come per altri capi ecclesiastici, dove le donne già da tempo rivestono ruoli di primaria importanza e dove è continuo il dibattito sulla vita moderna e le sue sfide. Certo, la Chiesa anglicana è anche un apparato dalle grandi tradizioni e dove non mancano le contraddizioni interne e le proteste in certi casi. Ma la nuova e prima donna vescovo d’Inghilterra lascia ora ben sperare.

I dissapori, del resto, si sono visti anche nel giorno della consacrazione. Proprio al termine dell’affollata cerimonia, celebrata dal vescovo di York, John Sentamu, un vicario anglicano ha interrotto il rito urlando “Not in my name”, non in mio nome. Ha fatto così notizia la protesta di Paul Williamson, reverendo già salito agli onori delle cronache quando si oppose pubblicamente, nell’aprile del 2005, al (secondo) matrimonio del principe Carlo, figlio della regina Elisabetta II, nella sua unione con Camilla. Durante la consacrazione di Libby Lane il personale della cattedrale è subito intervenuto per riportare la pace e la quiete, ma l’incidente ha comunque fatto capire ancora una volta come anche nella Chiesa anglicana serpeggi qualche malumore, che spesso si traduce nel passaggio dei preti “dissidenti” alla Chiesa cattolica, come noto assai più tradizionalista.

Lane ha definito la sua consacrazione come “un momento molto emozionante”. Una donna che, fra le altre cose, era già entrata nel Guinness dei primati essendo diventata prete in contemporanea con suo marito. I due furono la prima coppia in assoluto a essere consacrata nello stesso giorno e già allora si capì che Lane, tifosa del Manchester United e sassofonista di un certo livello, avrebbe fatto carriera. Su di lei, nella vita religiosa fin dal 1994, si erano subito concentrate le attenzioni dei media britannici dopo che, lo scorso novembre, il sinodo della Chiesa anglicana aveva approvato la nuova rivoluzione, al termine di un processo durato anni e che aveva visto diverse votazioni fallire. Così Lane è passata in pochi giorni dalla tranquillità della chiesa di St Peter’s Hale e St Elizabeth Ashley a Manchester alla ribalta internazionale, con interviste alle grandi televisioni mondiali e reportage sulle innovazioni del mondo anglicano. Ogni anno, appunto, decine di prelati passano alla Chiesa di Roma, per protesta. Ma la Chiesa d’Inghilterra continua nella sua marcia: prossimo passo, arrivare ai vescovi gay, una prima bozza di riforma è già stata approvata nel 2013 e nelle prossime settimane sono attese ulteriori discussioni a porte chiuse.

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