Egregi Consiglieri Regionali liguri, mandateci il curriculum. Dichiarate sotto vostra responsabilità che avevate già un lavoro. Un posto vero, non una patacca buona solo per beccare i contributi dallo Stato.   

Ormai la campagna elettorale per le regionali in Liguria si muove tra cronaca e comicità. Ecco perché, come raccontiamo oggi in edicola, in Italia non esiste più la satira: la fanno già i politici. Sabato il Fatto ha riportato la storia di Raffaella Paita: la candidata Pd ha avuto un posto di lavoro, si è beccata mesi di contributi dal Comune di La Spezia, ma non ha mai messo piede in ufficio. Ma la sua auto-difesa è stata più sorprendente dell’accusa: “Mi sono dimessa dopo pochi mesi. Sono un modello. Sono l’unico politico ligure che non ha contributi versati”. Meravigliose le dichiarazioni del sindaco di La Spezia, Massimo Federici: “Paita è encomiabile. In Italia di casi come questo, anzi, più rilevanti, ce ne sono stati tanti. Uno ha anche riguardato Renzi”. Il segretario del suo partito, il Pd! Ma forse Federici non parlava in qualità di sindaco, ma di satirico.   

Bene, allora adesso tocca a voi, cari consiglieri. Diteci se Paita ha ragione. Se prendete i contributi senza avere un lavoro. Potete mandare i curriculum al Fatto (lunedi@ilfattoquotidiano.it ). Ma la parabola di Paita, al di là del caso particolare, ci dice molte cose dell’Italia.

Primo, dove non c’è opposizione, di qualsiasi colore essa sia (come in Liguria, dove centrosinistra e centrodestra vanno a braccetto); dove la classe politica condivide gli stessi costumi – o malcostumi – non c’è nessuno che possa scagliare la prima pietra. I politici, quelli veri, dovrebbero benedire chi li critica e li spinge a migliorarsi. Non è così in Liguria, ma di nuovo, anche in Italia: se Matteo Renzi avesse avuto un’opposizione seria sarebbe stato un premier migliore. Ne avrebbe tratto giovamento lui, prima di noi cittadini.   

Secondo, la Liguria. Una regione di grande tradizione civile. Una terra che ha segnato spesso la strada all’Italia. Successe ai tempi del Risorgimento, tanto caro all’ex presidente Napolitano. Accadde di nuovo negli anni della Resistenza, con Genova che si libera da sola del nazifascismo. Oggi è di nuovo la Liguria che indica dove andrà l’Italia: verso un governo di centrosinistradestra. Turbo (parola cara a Renzi) inciucio. L’alternativa? Il candidato leghista Rixi – vicino a Salvini – è stato indagato per spese pazze due giorni dopo essere sceso in campo.

Terzo, Paita inanella ormai uno scandalo alla settimana. Eppure probabilmente vincerà le elezioni. Ma qui non bisogna puntare il dito solo verso i politici. Forse qualche responsabilità ce l’abbiamo anche noi elettori. Liguria-Italia.

Il Fatto Quotidiano, 26 gennaio 2015

Articolo Precedente

Leggi di iniziativa popolare, i cittadini propongono. E il Parlamento affossa

next
Articolo Successivo

Spending review, “il dossier Cottarelli? Né Palazzo Chigi e né il Mef sanno dove sia”

next