Marco Fantini, patron della Smi, un’azienda da un centinaio di dipendenti di Cervignano D’Adda (Milano Sud), che dal 1969 è leader nella produzioni di contatori per il gas, denuncia la stretta di magistratura e sindacato attorno alla sua impresa e annuncia: “o chiuderemo, o smembreremo, o ci trasferiremo”. Tutto è iniziato qualche mese fa quando, per rispondere alla crisi, alla Smi hanno deciso di assegnare qualche venerdì di ferie ai lavoratori assunti e inserire alcune maestranze prese dalle cooperative. In quattro hanno fatto causa e da quel momento per Fantini sono iniziati i guai. “La giustizia non ci dà mai ragione – dice – e quando lo fa a noi rimane comunque l’onere delle spese”. Poi c’è la partita dei sindacati, “o meglio di uno – precisa Fantini – la Cgil, che mi giudica un ‘padrone’ senza scrupoli. Il loro avvocato è arrivato addirittura a parlare di ‘lotta di classe’ “. “Ci vorrebbe a volte – rispondono dalla Camera del lavoro di Lodi, quella competente territorialmente – ci vorrebbe un po’ di ‘sana’ lotta di classe in questo momento storico”  di Fabio Abati

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Anno giudiziario, “precari della giustizia” in presidio sotto il Tribunale di Milano

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Disoccupazione: ‘Lazzaroni’ e ‘benpensanti’ s’azzuffano acrimoniosi mentre il welfare è evanescente

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