Cortesie reciproche, visioni praticamente identiche. E’ questa l’impressione che hanno dato il premier Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel, in conferenza stampa nella Galleria dell’Accademia al termine del vertice bilaterale. A Merkel che – dopo aver ringraziato il presidente del Consiglio per “averle fatto vedere Firenze, città piena di storia e meravigliosa” – tornava come sempre a battere sul tasso della necessità di riforme strutturali, l’ex sindaco ha infatti risposto rincarando la dose su questo punto: il quantitative easing annunciato ieri dalla Banca centrale europea, ha detto, è un passo avanti importante ma non decisivo: non basta una sola misura, non è sufficiente per cambiare l’Europa”. E’ vero, ha ricordato poi Renzi, che “non nell’ultimo anno ma solo nell’ultimo mese sono emersi almeno quattro fattori nuovi, cioè il piano Juncker per gli investimenti, la comunicazione sulla flessibilità, il qe e l’indebolimento del cambio eurodollaro“, ma, “lo dico a me stesso, alla maggioranza e alla minoranza, quello che è accaduto a Francoforte, Bruxelles, Strasburgo e sui mercati internazionali impone di fare ancora più velocemente e con più determinazione le riforme. Guai a chi pensasse che grazie ai fattori internazionali possiamo scalare marcia”.

Poi la rivendicazione della “rapidità” con cui già il processo riformatore sta andando avanti, “impressionante dopo tanti anni di palude, perché in 11 mesi sono stati aggrediti tutti i più grandi temi. Per me è molto importante la riforma della pa, la legge elettorale su cui “abbiamo quasi concluso” e che “scherzando ho suggerito ieri ad Angela di utilizzare”, la riforma della giustizia. Ma la più importante resta quella della scuola“. Ci saranno “nuove misure su scuola e innovazione” da oggi a un mese. Ma, allargando lo sguardo, “la riforma strutturale piè importante è tornare a credere nel nostro futuro, molti non ci credono e per questo non spendono, dobbiamo fare questa riforma

Parole molto simili sono arrivate dalla Merkel: “Nessuna Banca centrale del mondo può sostituirsi alla politica, la politica deve assumersi le proprie responsabilità”. Non sono mancati, per l’occasione, gli apprezzamenti per le riforme già messe in campo da Roma: “Mi tranquillizza molto quello che viene fatto in Italia, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione“. Più in generale, “l’agenda di riforma del governo Renzi è un percorso molto ambizioso e lungo e si fa non perché lo dice Bruxelles, ma perché dà sicurezza alla gente, speranza ai giovani e crea lavoro. Ci sono resistenze, ma auguro a te (Renzi, ndr) successo, sono sicura che le riforme creeranno lavoro, sia il Jobs Act, sia la riforma della Pubblica amministrazione. Gli imprenditori tedeschi con cui ho parlato sono ottimisti, vogliono rimanere in Italia e investire”.

Alla domanda sul rischio che la decisione della Banca centrale europea possa indurre la Penisola a fare di meno per cambiare in modo strutturale la propria economia, timore molto diffuso in Germania, Merkel ha risposto: “Non ho dubbi che quello che Renzi ha proposto venga attuato e anche con una velocità impressionante”.

Dopo che Renzi aveva sottolineato che economia a parte “c’è un tema nel quale l’Europa ha un grandissimo elemento di forza nel mondo”, cioè la capacità di rappresentare “valori e ideali“, la Cancelliera ha poi confermato che “Italia e Germania hanno le stesse idee su un’Europa unita”.

 

 

 

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