L’assemblea sindacale dei lavoratori Lega Nord contro i licenziamenti si fa in trasferta, lontano dalla sede di via Bellerio. Così hanno deciso i vertici del partito, che hanno riservato per i dipendenti una sala in un hotel a quattro stelle nella periferia nord di Milano. E questa volta, i lavoratori si sono presentati ‘in massa’: una cinquantina su 71 dipendenti, alcuni dei quali arrivati anche dalla sede del Carroccio in Piemonte. “C’erano un po’ di ostilità e di preconcetti in sala verso di noi”, ammette Andrea Montagni, sindacalista Cgil arrivato da Roma per l’incontro, al termine di due ore di assemblea.

I dipendenti di via Bellerio si presentano quasi tutti, per lo più ascoltano in silenzio. Ci sono anche quelli dello staff di Roberto Calderoli, i più fiduciosi che dopo la cassa integrazione (non ancora partita), la Lega Nord troverà una soluzione per ricollocare i ‘suoi’ militanti. In pochi raggiungono però il presidio in via Bellerio, dove da giorni è appeso lo striscione ‘Contratti di solidarietà per tutti i dipendenti Lega’. “E’ una questione di inesperienza, per loro fortuna, nelle lotte sindacali – minimizza Montagni – Alcuni di loro forse si preoccupano dell’immagine negativa che ha la Lega, comportandosi così nei loro confronti”. L’adesione dei militanti-dipendenti leghisti all’assemblea era tutt’altro che scontata, ma partecipare al presidio sotto la ‘casa’ della Lega e rispondere ai giornalisti per la maggior parte dei lavoratori è davvero troppo. “Lei era all’assemblea?”, chiediamo a una dipendente dall’accento torinese. “No, no”. Poi ritratta: “Ero lì solo per ascoltare”.

Daniela Cantamessa, ex segretaria di Umberto Bossi, si lancia invece in una difesa della gestione del partito da parte del Senatur: “Sono vecchia, di militanza e di età. Abbiamo vissuto momenti indimenticabili. Bossi ci ha fatto giurare sul prato di Pontida ‘tutti per uno uno per tutti’”. Quasi si commuove: “Bossi non ha mai licenziato nessuno. Lui è geniale, anche in questo caso avrebbe trovato delle soluzioni”. E Matteo Salvini? “Lo conosco da quando era un ragazzino, andava in giro con i pantaloni corti, si è sempre dato molto da fare. Ora sono molto delusa da lui”.

I vertici del partito e i sindacati torneranno a incontrarsi al ministero del Lavoro il 4 febbraio, ma tra una settimana lo faranno in sede privata per vedere se su qualche punto riusciranno ad accordarsi prima di ‘scendere’ a Roma. La richiesta dei lavoratori resta la stessa: contratti di solidarietà per tutti.

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