I numeri registrano, fotografano e rappresentano una tendenza: se si andasse oggi al voto per eleggere il presidente della Regione Campania vincerebbe – al di là di autolesionismi e karakiri – il centrosinistra. L’attuale governatore Stefano Caldoro – a urne chiuse – incasserebbe una sonora sconfitta. E’ quanto emerge da un sondaggio somministrato dalla Ipr Marketing ad un campione di mille campani.

CeIMG_20150106_115151rto sono dati statistici ricavati su di una ristretta porzione di popolazione di potenziali elettori, tutto può cambiare. Numeri però che segnalano come in Campania il centrodestra – nonostante – il grande lavoro di autopromozione e marketing istituzionale condotto da Caldoro – non è riuscito – negli anni – a costruire una chiara svolta di cambiamento come del resto ha miseramente fallito nel post Bassolino, il centrosinistra. Si pensi ai rifiuti: è tutto fermo. I nuovi impianti? Non ci sono neppure sulla carta. La sanità? La voragine nei conti è stata ripagata dai campani con super ticket. Le prestazioni? Sono mediate da interminabili liste d’attesa. I posti letto? Ridotti all’osso in nome del risparmio ed efficienza. Uno sfascio colossale. Non cambia di molto la musica sul piano della legalità e trasparenza amministrativa.

Il Consiglio Regionale è pieno di inquisiti, qualche consigliere è stato arrestato per camorra, lo stesso ex presidente è finito nei guai come alcuni collaboratori del governatore. Molti finanziamenti sono indirizzati a pioggia giusto per qualche amico: il caso della Fondazione Ravello è abbastanza emblematica come anche le elargizioni alla Curia di Napoli. Tornando al sondaggio sembra che al netto dei complicati puzzle che andranno a costituire le coalizioni e dei candidati aspiranti governatori (sono tre i nomi del Pd – non proprio nuovissimi – in lizza per le primarie, se si faranno) pare che a spostare l’ago della bilancia siano come sempre le piccole formazioni di centro.

Ragionamenti e riflessione affidate ai notisti della politica. Scendendo – invece – nel fango elettorale: in concreto in Campania vincerà anche chi si accaparra (tentazione trasversale) la rendita o meglio la dote clientelare e di pacchetti di voti in uscita dell’ex potente sottosegretario all’Economia e coordinatore di Forza Italia Nicola Cosentino. Un sistema di potere che viaggia ancora su numeri sorprendenti. L’ex deputato azzurro da molti mesi recluso nel penitenziario di Secondigliano continua ad avere un seguito. Insomma – nonostante le gravi disavventure giudiziarie – il nome di Cosentino e compari continua ad avere un peso predominante nelle liturgie di questa specie di politica. Ne è prova – ad esempio – il potere contrattuale che detiene Forza Campania e il suo diretto collegamento nazionale: “Grandi autonomie e Libertà”.

Proprio in queste ore tra le fibrillazioni dell’Italicum e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi e non solo lui, consultano con grande attenzione gli esponenti della formazione politica.

IMG_20150106_115500Della serie: i voti non puzzano. I capibastone sono avvisati. E si sa, tutto fa brodo. La caccia è aperta. Nessuna meraviglia se Napoli da diverse settimane è tappezzata di manifesti formato totem con slogan sensazionalistici che inneggiavo al buon governo della Regione Campania. Lo stile è del Berlusconi prima maniera. Anche il braccio di ferro che si sta disputando tra Palazzo Santa Lucia e il governo nazionale ha una sua logica. Motivo del contendere: il condono edilizio. Il governatore Caldoro (appoggiato anche da una parte del Pd campano) alcuni mesi fa ponendo la fiducia ha approvato la legge finanziaria regionale con all’interno una norma (molto cara agli uomini di Cosentino) che riapriva i termini dei condoni affidandone la gestione ai Comuni.

Legge impugnata poi dal governo Renzi perché sotto le mentite spoglie di una proroga del termine per la definizione delle domande di condono potrebbe di fatto tradursi in una ammissione di ulteriori abusi compiuti negli ultimi anni. Inutile dirlo che Caldoro non ci sta. C’è un popolo (di elettori) che trepidante è in attesa. Poi c’è il marketing istituzionale che conta molto. Caldoro ha lanciato l’idea delle macro-regioni ed il numero due della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Profilo altamente istituzionale. Inutile che Caldoro lo nasconda: aspira a scalare posti importanti nelle istituzioni nazionali.

IMG_20150106_115516Con Berlusconi al governo, il presidente della Regione Campania – ha già ricoperto ruoli importanti come sottosegretario e ministro. Le doti e il mestiere non gli mancano. Non è un caso se il governatore – infatti – anche in vista delle prossime “incandescenti” elezioni regionali (se sarà lui il candidato) ha arruolato nella sua squadra pagando con soldi pubblici (20 mila euro lordi all’anno) l’ex sondaggista Luigi Crespi, l’inventore del “contratto con gli italiani” di Silvio Berlusconi. E se Crespi è stato condannato in appello a sei anni e nove mesi per il crac dell’Hdc non fa niente, si è sempre garantisti anche con lo stesso Cosentino. Solo una curiosità, Crespi è anche il patron di Datamedia, il centro di ricerche che sforna ogni anno il report “Monitoregione” sull’indice di gradimento di sindaci e governatori in tutt’Italia. E’ tutto casuale se in tale classifica Caldoro, dal 2012 ad oggi, ha prepotentemente scalato posizioni partendo dal decimo posto e arrivando, giusto pochi giorni fa, al terzo. Che aggiungere? Niente!

 Twitter: @arnaldcapezzuto

Articolo Precedente

Renzi e Manzione bocciati da Sel: “Le leggi del governo sono da riscrivere”

next
Articolo Successivo

Beni culturali: si ‘cambia verso’ per la scelta dei manager, o forse no

next