Gli utenti Twitter del Sol Levante hanno trovato nelle ultime ore una maniera irriverente di combattere lo Stato islamico. A migliaia hanno infatti partecipato a una sorta di “concorso” per i collage più divertenti nei confronti del gruppo islamista che tre giorni fa ha diffuso un video in cui un militante, vestito di nero a volto coperto e con un coltello in mano, veniva ripreso con in ostaggio due cittadini giapponesi, nella divisa integrale arancione già vista addosso ai prigionieri nei filmati diffusi in precedenza dall’organizzazione.

I “lavori” sono andati online contraddistinti dall’hashtag #ISISkunkoraguranpuri (all’incirca: “Gran premio per i collage brutti sull’Isis”) – che ha superato i 50mila tweet. La piattaforma Naver Matome, un aggregatore di notizie, tweet e foto, ha raccolto i migliori. Si va dal ritocco fotografico del sequestratore con un picciolo di mela (o pesca) in testa a un foto montaggio con i tre protagonisti del video in gita a Disneyland o all’isola di Pasqua; da richiami fantasiosi a saghe popolari come Star Wars o Austin Powers o agli anime Dragon Ball e One Piece, fino all’immagine del sequestratore circondato da guerrieri ninja, anche loro in completo nero.

In migliaia si sono sbizzarriti sul tema, riporta il portale web Kotaku, ma l’iniziativa sembra non essere piaciuta a tutti. E anzi ha diviso l’opinione pubblica giapponese in Rete. Alcuni tweet, infatti, hanno sottolineato come l’iniziativa fosse “imprudente” e non rispettosa dei due concittadini che vedono messa a rischio la propria vita. Qualcuno è arrivato a definire i fotomontaggi “non divertenti” e oltre i limiti della libertà di espressione.

L’idea però è piaciuta all’estero e una raccolta dei fotomontaggi creati dai netizen giapponesi si è diffusa su Storify. E il paragone, anche se labile, con l’irriverenza del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, è stato sottolineato da alcuni utenti. Secondo uno di questi, citato dal resoconto fatto da Reported.ly, alla base dell’iniziativa satirica nei confronti dell’Isis ci sarebbe l’idea di smontare la paura che negli ultimi giorni è montata anche in Giappone intorno al gruppo islamista. “Potete uccidere qualcuno di noi – ha scritto l’utente, interpretando il pensiero degli autori dei fotomontaggi – ma il Giappone è un paese felice e pacifico, con la rete veloce. Quindi andate all’inferno”.

Dal 19 gennaio scorso in Giappone c’è apprensione circa le sorti dei due uomini – il giornalista freelance Kenji Goto e il contractor militare Haruna Yukawa. Oggi scade infatti l’ultimatum dato a Tokyo dai sequestratori, probabilmente affiliati allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, che nel video indirizzato al governo e al popolo giapponese hanno chiesto un riscatto di 200 milioni di dollari entro 72 ore.

Per bocca del primo ministro Shinzo Abe, il governo giapponese starebbe facendo di tutto per la liberazione di Goto e Yukawa, in quella che sempre secondo il primo ministro è una “corsa contro il tempo”. Il vice-ministro degli Esteri Yasuhide Nakayama si trova intanto in Giordania per coordinare una task force per la liberazione dei due ostaggi. D’altra parte, però, il governo giapponese ha confermato di non disporre di canali diplomatici con i militanti islamisti.

Nella giornata di ieri diversi appelli – l’ultimo dei quali della madre di Goto ai microfoni del Club dei corrispondenti esteri di Tokyo – sono stati lanciati pubblicamente per liberazione dei due uomini.

Se i due ostaggi dovessero essere uccisi, l’allerta Isis potrebbe innalzarsi anche in Giappone. Come ha dichiarato a Reuters Koichi Nakano, politologo della Sophia University di Tokyo, l’evento potrebbe polarizzare ulteriormente l’opinione pubblica e alimentare la retorica del governo conservatore guidato da Shinzo Abe sulla necessità di intervenire anche militarmente in Medio Oriente a fianco degli alleati europei e americani.

di Marco Zappa

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