Quali sono le auto più popolari negli Stati Uniti? Se conoscete un po’ gli Usa la domanda è banale, in caso contrario potreste essere tratti in inganno da qualche serie televisiva o da uno dei tantissimi film ambientati a New York, Los Angeles o San Francisco. I pick-up, è la risposta corretta. Non le Toyota Prius da “fighetto” californiano, non le Mustang dei teenager in cerca di sensazioni forti, giammai le berline a tre volumi dei pensionati e nemmeno le compatte giapponesi di tutti quelli che cercano il “value for money” e comprano l’auto come fosse un frigorifero. L’americano vero, quello che fa il barbecue nel giardino dietro casa, che guarda il football al pub ingozzandosi di birra e che gioca al tiro a segno nel bosco sparando alle lattine di Coca-Cola, ha il pick-up. Perché vive in campagna, in montagna, sulle rive del lago o lontano dal primo centro abitato, perché necessita di un cassone dove caricare qualsiasi cosa e di un mezzo a quattro ruote motrici che sia anche adatto al traino.

2015 Ram 1500 Rebel Final (retouched)

Nell’ultimo lustro le case automobilistiche lo hanno un po’ snobbato, impegnate come erano nel seguire l’ultima tendenza “green” del mercato automobilistico. Anche il Governo americano ha fatto la sua parte, prima con Bush e poi con Obama, prestando alle case automobilistiche oltre 80 miliardi di dollari ma pretendendo in cambio l’introduzione di nuove tecnologie, la riduzioni dei consumi e la produzione di veicoli più piccoli. Tre linee guida che sono l’esatto contrario di tutto ciò che un pick-up è e rappresenta. Nati alla fine degli anni Quaranta, come veicoli commerciali (light-truck) civilizzati, si sono evoluti molto lentamente, mantenendo inalterati i principi tecnici basilari. Telaio a longheroni, sospensioni semplici ma solide, equipaggiamenti spartani e motori potenti, a benzina. Si, perché la maggior parte di questi “bestioni” – difficilmente sono più corti di 5 metri – hanno sotto il cofano motori V6 o V8, con cilindrate che vanno da 3 litri fino a più di 6. I consumi è meglio lasciarli perdere. Quei pochi che se ne interessano optano per la motorizzazione diesel Cummins, una sorta di “centrale termica” da 5/6 litri e 700/800 Nm di coppia massima.

Ad ogni modo, anche negli anni della crisi più nera, l’auto più venduta in Usa è stata la Ford F-150, ovvero il pick-up storico della Casa di Dearborn. Nel 2007, ultimo anno prima della crisi, gli americani ne hanno acquistate 690.589. Due anni dopo, invece, è stato toccato il limite minimo di 413.625 unità. Poi la risalita e il recupero, con gli ultimi due anni chiusi a oltre 750.000 unità. Dal 2010, poi, lo Chevrolet Silverado suo concorrente principale, si è issato al secondo posto scalzando la berlina Toyota Camry. Nel 2013, infine, è rientrato nella “top five” anche il Dodge Ram, che ha chiuso il 2014 al terzo posto. Un podio a forma di pick-up, dunque, segno che terminata la crisi e tornato a livelli umani il prezzo della benzina, gli americani hanno abbandonato ogni remora di natura economica e hanno ricominciato ad acquistare i modelli che amano di più. La somma totale dei “light truck” venduti, infatti, ha superato quella delle automobili.

nissan_titan_xd

Le case automobilistiche, ovviamente, se ne sono accorte e al Salone di Detroit hanno mostrato di voler sfruttare questo “ritorno alle origini” con un’offensiva di nuovi modelli, anche perché su questo tipo di veicoli hanno ottimi margini di guadagno. Ram ha presentato il 1500 Rebel (seconda foto dall’alto) anche con un 3 litri turbodiesel che è parente di quello delle limousine Maserati e fa quasi 12 km con un litro, Chevrolet il Colorado Crew Cab a 5 posti e Ford l’F-150 Raptor (terza foto) alleggerito con il cambio automatico a 10 marce. Anche i giapponesi si sono dati da fare, con il Nissan Titan (qui sopra) e la Toyota Tacoma (sotto), mentre Hyundai ha presentato il concept Santa Cruz (nella foto sotto al titolo) che vuole ingolosire i giovani. Insomma, la popolarità dei pick-up è più forte che mai.

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