Aveva acquistato azioni Parmalat per oltre 350mila euro appena un mese prima del crac della multinazionale del latte, e ora il Tribunale ha disposto a suo favore un risarcimento di 510mila euro. È una vittoria che arriva dopo undici anni dal default dell’impero di Calisto Tanzi, quella di un azionista che si è rivolto a Confconsumatori per vedersi restituire i propri risparmi investiti in titoli che poi si sono rivelati dal valore nullo.

L’uomo il 18 novembre 2003, quindi a poco più di un mese dalla caduta della Parmalat, aveva investito via internet una somma di oltre 350mila euro, pari ai risparmi di tutta la famiglia, per l’acquisto di 162.500 azioni Parmalat dalla banca Monte Paschi di Siena. Ma a dicembre 2003 la società di Collecchio dichiarava l’impossibilità di poter far fronte al pagamento delle proprie obbligazioni, dando il via al tracollo finanziario della multinazionale. L’investitore però non era stato messo al corrente dall’istituto di credito della situazione del gruppo, né aveva ricevuto le informazioni per un acquisto consapevole, ed era stato indotto a comprare online le azioni di una società che riteneva solida. Per questo aveva chiesto in giudizio il pronunciamento dell’invalidità delle operazioni e la restituzione dei capitali investiti.

A inizio gennaio 2015 il Tribunale di Nola, in provincia di Napoli, ha accolto la domanda di risarcimento presentata dal consumatore, condannando l’istituto di credito a restituire all’uomo il capitale investito maggiorato di interessi e rivalutazione, per un totale di circa 510.000 euro. Secondo il giudice i titoli venduti al cliente sarebbero stati proposti fuori dai mercati regolamentari, e quindi la banca avrebbe dovuto informare l’acquirente, che a sua volta avrebbe dovuto autorizzare l’intermediario a procedere nell’operazione. Ma questo non è accaduto, e per questo il Tribunale ha riconosciuto l’inadempimento dell’istituto e la sua responsabilità, tanto da condannarlo al risarcimento.

Dopo il risarcimento ottenuto per migliaia di obbligazionisti, la decisione del giudice di Nola rappresenta una vittoria per gli azionisti di Parmalat che avevano investito alla vigilia del crac. “Non è questa la prima volta che la giurisprudenza si occupa di acquisti non di obbligazioni, ma di azioni Parmalat effettuati quando ormai l’insolvenza del gruppo era nota a tutti – ha spiegato Giovanni Franchi, legale di Confconsumatori che ha tutelato in giudizio il risparmiatore. – Ed è questa già la seconda volta nella quale si esamina il fatto che si trattasse di titoli acquistati fuori dai mercati regolamentati. Da questo punto di vista anche questa sentenza, come la precedente del Tribunale di Roma che si era pronunciata in modo analogo, fa scuola, anche se ormai sono decorsi i termini di prescrizione per recuperare il denaro investito in titoli Parmalat”. La sentenza infatti tornerà utile a coloro che hanno già avviato cause di risarcimento per i danni subiti con investimenti su Parmalat, mentre numerosi azionisti non potranno più fare nulla in quanto sono già scaduti i termini di prescrizione.

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