Members of the Board of Deputies of British Jews hold up signs during an event in LondonGli eventi tragici di Parigi hanno portato all’opinione pubblica europea e mondiale delle importanti tematiche con cui ogni civiltà si deve misurare: la libertà di parola, il posto della religione nella vita della persona e della comunità, l’Islam e la sua possibile convivenza pacifica con le altre religioni in Europa, e l’antisemitismo. Non è un caso che nella lista io abbia messo l’odio contro gli ebrei all’ultimo posto. Mi sembra che questa settimana si sia dimenticato un fatto fondamentale nella storia europea del XX secolo, e che la Giornata della Memoria deve sempre ricordare: l’Europa è un grande cimitero del popolo ebraico, e le comunità ebraiche che vivono nell’Europa del XXI secolo meritano protezione e rispetto, perché sono i cari, i figli e le figlie di quei defunti del cimitero del vecchio Continente. Suppongo che tanti lettori della stampa occidentale, italiana, francese, inglese o tedesca, fanno fatica a ricordare anche un solo nome delle vittime ebree assassinate nel supermercato kasher. Questo attacco – che era la seconda scelta dell’assassino, perché la prima era un asilo ebraico – fa parte di una serie di attacchi contro “bersagli” ebraici in Europa avvenuti negli ultimi due anni. In una scuola ebraica di Toulouse, nel marzo 2012, sono state assassinate quattro persone, tra cui tre bambini (certo che chi spara dentro un asilo ha più probabilità di ammazzare bambini che vecchi). Nel maggio del 2014 è stata assassinata una coppia di ebrei che usciva dal museo ebraico di Bruxelles (la città simbolo dell’Unione Europea).

La scelta di questi massacri di civili innocenti non è mai priva di simbologie legate alla presenza ebraica nell’Europa del XXI secolo: un museo (passato, tradizione), un asilo (infanzia, futuro della comunità), un supermercato di cibo kasher (credo religioso, usanze della comunità). Più di una volta questi attacchi alla presenza ebraica in Europa sono accompagnati da una retorica falsa e demagogica, che collega questi assassinii al conflitto israeliano-palestinese. Le comunità ebraiche in Europa sono un fenomeno centenerio, millenario addirittura, come l’antisemitismo che le tormenta da millenni. Israele e la sua politica non sono una licenza per ammazzare ebrei nei diversi luoghi del pianeta.

Come detto all’inizio, la Giornata della Memoria si avvicina ed è ora che gli stati europei capiscano il loro dovere di far sì che nessun cittadino francese o inglese o belga venga assassinato sul loro territorio solo perché ebreo. Concludo con una domanda: si è mai sentito che dopo la Shoah degli ebrei siano entrati in asili tedeschi, supermercati, musei, e abbiano cominciato a sparare per vendicarsi? Io come ebreo e israeliano non ricordo nemmeno una persona che abbia reagito con odio assassino contro una nazione che ne meritava tanto, ma che ha ricevuto il perdono, il riconoscimento diplomatico e un rapporto pacifico fra due stati moderni. La capacità di perdonare il popolo tedesco o italiano (nazismo e fascismo) deve essere una lezione che i musulmani moderati farebbero bene ad abbracciare, anche se si tratta di una lezione ebraica.

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