Terza e ultima puntata del reportage video del fattoquotidiano.it in Ucraina. Dopo Sloviansk e Kiev e dopo il viaggio, insieme ai separatisti, nell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk fino alla linea del fronte, le nostre telecamere hanno filmato anche l’altra parte della linea del fuoco: dal lato ucraino. Artemivs’k è l’immediata retrovia a poche decine di chilometri dal confine con le due province che hanno proclamato la propria indipendenza dopo la rivolta di Euromaidan. Parte dell’ospedale cittadino è stato convertito a punto di primo soccorso per i militari feriti: una oasi di tranquillità, dove in mezzo a pazienti e personale medico si può parlare con i militari che combattono per riportare sotto il controllo di Kiev la regione ribelle del Donbass. Come Vassilj, ex proprietario di un’azienda di trasporti, oggi artificiere, colpito a un braccio da un proiettile mentre sminava una strada. “E’ una pallottola di fabbricazione russa – dice mostrando il bossolo – Noi non abbiamo in dotazione questo tipo di armamenti”. Sul conflitto ha le idee chiare: “Speravo che il nuovo presidente Poroshenko aprisse trattative di pace, ma invece siamo ancora qui. E io ci resterò finché ce ne sarà bisogno”. Fuori dalla corsia c’è Nicolaj, anche lui un gigante barbuto in mimetica. “Guido le ambulanze dal fronte fino a qui – racconta – Ma il mio lavoro è l’interior designer e vi assicuro che mi divertivo molto di più quando facevo la mia attività”. C’è da credergli, mentre parla, in sottofondo, si sentono, non molto distanti, colpi di arma da fuoco, che violano una tregua dichiarata, ma mai completamente rispettata  di Lorenzo Galeazzi e Vauro Senesi

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