I deputati vicini all’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema (Pd), si sono ritrovati nella sede della Fondazione Italianieuropei, in Piazza Farnese a Roma, ufficialmente “per parlare della fondazione”, assicurano. Ma poi sia Nico Stumpo, che Alfredo D’Attorre affermano che sia normale, nonostante non sia tra i grandi elettori, che Massimo D’Alema “abbia voce in capitolo per il voto sul Presidente della Repubblica”. “E’ una grande personalità politica di questo Paese, mi pare legittimo che dica la sua”, affermano i due deputati. Uscendo dalla riunione, Stefano Fassina, al centro delle polemiche seguite al caso Cofferati, non risponde alle domande dei cronisti, mentre sempre per D’Attorre: “Più che il caso Cofferati inciderà molto sul Quirinale, il dibattito ed il voto sulle Riforme: se il Governo continuerà ad essere sordo – afferma – di fronte alle richiesta di modifiche sia sulla legge elettorale che sulla Riforma del Senato e si andasse al Senato ad una spaccatura del gruppo del Pd sull’Italicum, quello non sarebbe la premessa migliore per affrontare l’elezione del Presidente della Repubblica. Pensiamo – prosegue – che sulla legge elettorale si debba restituire ai cittadini la scelta dei parlamentari, qui si vuole invece solo un Parlamento in cui ratificare a scatola chiusa decisioni prese altrove”. Clima, dunque tutt’altro che sereno come chiedeva la minoranza dem. “Da noi grande compostezza, ma Renzi si sta impegnando”, sorride D’Attorre  di Manolo Lanaro

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