“La cultura ci salverà. Perché è la miglior risposta che la Francia può dare rispetto alle tragedie di questi ultimi giorni. Solo alimentando la cultura possiamo mantenere alti i valori repubblicani e controllare ogni genere di fanatismo. Non dimentichiamo che tutti i fascismi odiano la cultura. Così possiamo continuare a combattere le intolleranze, ogni fondamentalismo e a costruire la nostra identità”. È quanto ha dichiarato ieri sera a Parigi Fleur Pellerin, ministro della Cultura francese, intervenendo al 17° Rendez-vous sul Cinema francese organizzato da UniFrance davanti a una platea internazionale di giornalisti e operatori del settore.

Messe da parte le polemiche che l’avevano condannata per non aver mai letto neppure un’opera del premio Nobel “nazionale”, Patrick Modiano (“non leggo libri da due anni” fu la sua dichiarazione dello scorso ottobre), la ministra di origini sudcoreane non ha certo usato toni sfumati per dichiarare la sua guerra contro chi ha compiuto le stragi jihadiste nel cuore della Capitale francese. Se è vero che da sempre la cultura sia un reale valore per i cugini d’Oltralpe, oggi il paradigma gode di una percezione rafforzata e non solo simbolicamente. Il cinema – Arte e Industria che in Francia godono del massimo rispetto e sostegno statale – ne è immediata e pratica testimonianza: è dell’altro ieri la notizia che il film franco-mauritano Timbuktu sia entrato nella cinquina dei candidati all’Oscar come miglior film straniero.

Ebbene, la pellicola di Abderrahmane Sissako già concorrente a Cannes racconta di come la vita di un villaggio del Mali sia drammaticamente mutata in seguito al colpo di Stato di fondamentalisti islamici. Nulla di più attuale e nulla si più atroce. “Siamo fieri di aver coprodotto questo film che è il manifesto contro la stupidità e la radicalità in ogni sua forma si esprima” ha sottolineato Pellerin. Quanto al presidente di UniFrance, il regista Jean-Paul Salomé, non ha mancato di dichiarare a ilfattoquotidiano.it la sua stima per “il coraggio avuto da Il Fatto Quotidiano a diffondere in esclusiva italiana Charlie Hebdo”.

In una serata di importanti orgogli nazionali, di rilievo sono state anche le cifre eccezionali della performance del cinema francese nel 2014 all’estero, tornata in gran forma dopo le flessioni del 2013. “Con 111 milioni di biglietti staccati e 640 milioni di euro al box office, l’anno appena concluso ha rappresentato la seconda miglior annata da oltre 20 anni” ha annunciato Salomé. Una grande soddisfazione che compensa le perdite di due anni fa (50,8 milioni di biglietti) e poco fa rimpiangere l’annus mirabilis 2012 in cui si segnò il record assoluto con 144,1 milioni di biglietti. Ma quello, per chi se lo ricorda, era l’anno dell’Oscar a The Artist e del blockbuster transalpino Quasi amici.

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