Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli, 20, di Besozzo (Varese), sono state liberate. Le due volontarie italiane erano state rapite il 31 luglio ad Aleppo. Ad annunciarlo fonti dell’opposizione siriana.  La conferma della liberazione arriva da Palazzo Chigi: “Sono libere, torneranno presto in Italia”, si legge in un tweet del governo. Secondo quanto riportato dall’account Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad, sarebbe stato pagato un riscatto di “12 milioni di dollari“. Il tweet è stato rilanciato dalla tv satellitare araba Al Aan, sede a Dubai, negli Emirati Arabi. La notizia della liberazione era stata data via social network da account vicini alla resistenza siriana e ripresa dai media. Fonti dell’intelligence smentiscono. Sarà il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, a quanto si apprende da fonti governative, ad aspettare in nottata, all’aeroporto militare di Ciampino, il rientro in Italia delle due giovani.

Le ultime notizie sulle due cooperanti risalgono al 1° gennaio, giorno in cui sono comparse in un video pubblicato su YouTube e intitolato “Il Fronte Al Nusra detiene due italiane a causa della partecipazione del loro governo alla coalizione”.  “Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise“, scandiva Greta, mentre Vanessa reggeva un cartello che riportava la data del 17 dicembre 2014. Nel filmato entrambe indossano l’abaya, una tunica nera lunga che copre loro il corpo e i capelli, ma lascia libero il volto. “Il governo e i suoi mediatori sono responsabili delle nostre vite”, concludeva Greta senza mai guardare la telecamera, mentre l’altra giovane italiana la fissava per pochi secondi. Rispetto alle fotografie circolate sul web prima del rapimento, le ragazze apparivano molto dimagrite e dai tratti particolarmente tirati. Quel giorno Abu Fadel, un esponente del Fronte al Nusra, jihadisti vicini ad Al Qaeda che operano in Siria e Libano, cui era stato chiesto di commentare il video ha dichiarato all’agenzia tedesca Dpa, commentava: “E’ vero, abbiamo le due donne italiane perché il loro paese sostiene tutti gli attacchi contro di noi in Siria”.  

Sabato l’ultimo video arrivato in Italia, poi la gioia
Nelle lunghe trattative per la liberazione intessute per mesi dagli 007 e dalla diplomazia, la giornata più lunga e difficile è stata domenica scorsa: è stato in quel momento che la trattativa è arrivata a un passo dalla conclusione. Il giorno prima, infatti, sarebbe arrivato in Italia un nuovo video, dopo quello pubblicato in rete il 31 dicembre: il “segnale positivo” che le autorità italiane aspettavano, l’ultima prova che le due ragazze erano in vita e che si poteva procedere alla serie di iniziative concordate per il rilascio. Se però il video fosse stato pubblicato in rete o fossero uscite notizie in merito, il rischio che la trattativa saltasse era molto alto. Sono state ore di tensione, in Italia e in Siria. Gli 007 e la diplomazia hanno atteso che la situazione si stemperasse, mantenendo sempre i contatti con gli intermediari, per arrivare finalmente alla conclusione della vicenda.

Greta e Vanessa presto in Procura
Le due volontarie saranno ascoltate dai pm di Roma non appena torneranno in Italia. I magistrati del pool antiterrorismo della capitale sono in attesa in queste ore di un’informativa da parte dei carabinieri del Ros e della Digos.

Boschi dà l’annuncio alla Camera. M5S e FI: “Gentiloni riferisca”
Il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, ha dato la notizia della liberazione in aula alla Camera. L’aula ha salutato l’annuncio con un applauso. Quindi il M5S e Forza Italia hanno chiesto che il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, riferisca in Aula sulla liberazione. Renato Brunetta ha chiesto la sospensione della seduta per consentire al capo della diplomazia di riferire. Non c’è nessun motivo di sospendere la seduta, diamo un minuto a gruppo per commentare la notizia e informiamo il governo della richiesta”. ha risposto il vicepresidente di turno Marina Sereni.

Fdi e Lega: “Governa dica se è stato pagato un riscatto”
“Greta e Vanessa hanno esposto loro stesse e l’intero Stato italiano a una situazione di rischio e difficoltà coscientemente con la loro volontaria presenza in un Paese in gravi condizioni e una pesante presenza del terrorismo. Finita la fase di legittima soddisfazione, serve che il ministro Boschi ci dica se è in grado di escludere che da qualunque fonte di finanziamento pubblico sia stato un centesimo per riportare le due ragazze a casa”, ha detto nell’Aula della Camera Massimo Corsaro di Fdi. “La liberazione delle due ragazze mi riempie di gioia”, ma “presenteremo oggi stesso un’interrogazione al ministro degli Esteri per appurare se sia stato pagato un solo euro per la liberazione delle due signorine”, fa sapere Matteo Salvini, segretario della Lega Nord.

Il padre di Vanessa: “Gioia immensa”
Dopo “un’angoscia unica”, è arrivata “una gioia immensa che aspettavamo da mesi e che non si può descrivere”. E’ la prima reazione di Salvatore Marzullo, papà di Vanessa. “Momenti di sfiducia? No – ha risposto intervistato dalla Rai – c’era preoccupazione e tristezza, ma abbiamo avuto sempre fiducia nel risultato”. “Matteo Renzi ci ha telefonato per darci la notizia”, ha detto Matteo Ramelli, fratello di Greta. “La Farnesina ha fatto un lavoro fantastico – ha aggiunto – li ringrazio e ringrazio anche i nostri concittadini che sono stati meravigliosi”. “E’ l’ora della gioia ora aspettiamo Greta a casa”.

Chi sono Greta e Vanessa
Sul suo profilo Facebook Vanessa scrive di essere una “studentessa di Mediazione Linguistica e Culturale, curriculum Attività Internazionali e Multiculturali – lingue: Arabo e Inglese”. Vanessa, si legge ancora sulla pagina, è “volontaria presso Organizzazione Internazionale di Soccorso. Dal 2012 si dedica alla Siria, dalla diffusione di notizie tramite blog e social network all’organizzazione di manifestazioni ed eventi in sostegno del popolo siriano in rivolta. Questo culmina nell’organizzazione e nella nascita del Progetto ‘Assistenza Sanitaria in Siria’”.
Greta, 20 anni, di Gavirate (Varese), è invece una “studentessa di Scienze Infermieristiche”. Diplomata al liceo linguistico Rosetum dove ha studiato inglese, spagnolo e tedesco, è volontaria presso l’Organizzazione Internazionale di Soccorso. Nel maggio 2011 trascorre quattro mesi in Zambia, nelle zone di Chipata e Chikowa. Nel dicembre 2012 è stata per tre settimane a Calcutta, in India, dove ha svolto volontariato presso la struttura Kalighat delle suore missionarie della carità . Si è occupata poi di Siria e al momento del rapimento collaborava con il Comitato S.O.S. Siria di Varese, l’Associazione delle Comunità Arabe Siriane e IPSIA Varese nel progetto ‘Assistenza Sanitaria in Sirià”.

I viaggi umanitari in Siria e il rapimento
E’ il gennaio 2013 quando le due cooperanti fondano assieme al 47enne Roberto Andervill una organizzazione, il progetto Horryaty, per raccogliere aiuti destinati alla popolazione civile in Siria. I tre si erano conosciuti a manifestazioni a sostegno dei civili siriani. A febbraio 2014 le due ragazze un primo breve viaggio per portare aiuti in Siria. Cinque mesi dopo, a luglio, tornano nel Paese mediorientale con nuovi aiuti, dopo aver attraversato il confine turco con il giornalista de Il Foglio Daniele Raineri. Il 31 luglio, tre giorni dopo il loro ingresso, vengono rapite nella località di Abizmu, dopo essere state attirate nella casa del “capo del Consiglio rivoluzionario” locale. Secondo le prime informazioni diffuse allora dal quotidiano giordano Assabeel, a sequestrarle sarebbe stato un gruppo armato che già aveva preso in ostaggio diversi attivisti e giornalisti. Insieme a loro c’è Raineri, che è riuscito a fuggire e ha dato l’allarme.

Il Guardian ad agosto: “Sono nelle mani dell’Isis”
Ad agosto il quotidiano britannico Guardian pubblica un articolo secondo il quale le due ragazze sarebbero nelle mani degli jihadisti dello Stato Islamico. Fonti dei servizi italiani hanno però sempre smentito questa ipotesi. Negli stessi giorni il quotidiano arabo stampato a Londra al-Quds al-Arabi, scriveva che le due ragazze stavano bene e ipotizzava il loro rilascio a breve. Le ultime informazioni sulle due ragazze risalivano al 20 settembre. Allora si era diffuso il timore che fossero cadute nelle mani dei jihadisti dell’Isis.

“Ingannate e vendute ad un gruppo armato”
A smentire questa possibilità era Al Akhbar, un quotidiano libanese vicino al movimento sciita Hezbollah, alleato del regime di Damasco. Scriveva che le due ragazze erano state attirate ad Abizmu da un attivista siriano conosciuto su Internet nell’ambito di un piano organizzato per rapire le due ragazze chiedere un riscatto. Dopo il sequestro le due ragazze sarebbe state vendute ad un altro gruppo armato, prosegue la fonte del giornale, escludendo che siano finite nelle mani dello Stato Islamico. Alla luce del video diffuso su YouTube e della conferma del gruppo jihadista, le due ragazze sono nelle mani di Al Nusra.

Due gli italiani di cui non si hanno ancora notizie
Restano due gli italiani scomparsi all’estero e dei quali da tempo non si hanno più notizie: il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto e il gesuita romano padre Paolo Dall’Oglio. Di Lo Porto si sono completamente perse le tracce dal 19 gennaio 2012, quando scomparve nella provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa. L’uomo, 39 anni, si trovava nella regione per la ong Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo) e si occupava della costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Punjab. Per padre Dall’Oglio, 60 anni, rapito in Siria a fine luglio 2013, le ultime informazioni risalgono a circa un mese fa, quando fonti siriane lo davano per detenuto in una delle prigioni dell’Isis a Raqqa. Una circostanza che non aveva trovato conferme da parte del ministro degli Esteri, Gentiloni.

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